Le più grandi multinazionali sembrano essersi date appuntamento per questo mese: Amazon, Microsoft e poi Google hanno annunciato il licenziamento di migliaia di dipendenti.
L’ultima in ordine di tempo è Alphabet-Google che con un’email firmata da Sundar Pichai ha annunciato l’allontanamento di 12.000 dipendenti, circa il 6% dell’organico complessivo.
“Abbiamo intrapreso una revisione rigorosa delle aree e delle funzioni per garantire che le persone e i ruoli siano allineati con le nostre massime priorità come azienda“, ha dichiarato il CEO di Google spiegando che la decisione di licenziare è arrivata a seguito della situazione economica venuta a crearsi.
Gli interessati dal “taglio” negli USA sono già stati informati con un’e-mail mentre negli altri Paesi il processo “richiederà più tempo a causa delle leggi e pratiche locali“.
Pichai dice di assumersi la piena responsabilità della difficile decisione e sottolinea che peserà molto su di lui e sul suo futuro.
Una decisione simile era stata presa un paio di giorni fa dal CEO di Microsoft Satya Nadella: la società di Redmond ha deciso di licenziare 10.000 persone, il 5% di tutti i dipendenti a livello globale.
“Stiamo osservando organizzazioni di ogni settore e area geografica esercitare cautela poiché alcune parti del mondo sono in recessione e in altre parti ci si sta avvicinando a questa eventualità“, ha scritto Nadella. Anche Microsoft deve muoversi con maggiore oculatezza allineando i costi alle entrate e massimizzando l’impegno nelle aree dove si concentra la domanda dei clienti.
Il CEO di Microsoft aggiunge che la sua azienda continuerà a investire in aree strategiche per il futuro di Microsoft: ciò “significa che stiamo allocando sia il nostro capitale che il nostro talento in aree di crescita secolare e competitività a lungo termine per l’azienda, disinvestendo in altre aree“. Se da un lato Microsoft allontana alcuni collaboratori, dall’altro continuerà ad assumere in altre aree.
Nadella aggiunge che quella appena fatta è una scelta difficile, come se ne sono susseguite altre simili in 47 anni di storia dell’azienda, ma sono necessarie per rimanere competitivi in un settore che non perdona chiunque non si adatti ai cambiamenti.
All’inizio di gennaio Amazon aveva confermato la decisione di licenziare 18.000 dipendenti. Anche in questo caso l’iniziativa viene motivata parlando di incertezza economica e organico divenuto eccessivamente ampio in alcune divisioni.