Google come Apple. L’azienda guidata da Sundar Pichai inizierà presto a utilizzare SoC progettati e prodotti in proprio senza appoggiarsi ai nomi più noti, Qualcomm in primis.
Il “cambio di rotta” potrebbe avvenire con il lancio degli smartphone Pixel 6, dispositivi di nuova generazione che dovrebbero utilizzare un processore “made by Google” conosciuto con il nome in codice di “Whitechapel“. Lo stesso chip, stando a quanto rivelato da Axios, potrebbe “spingere” anche i futuri Chromebook.
I Pixel di oggi (come la maggior parte degli smartphone Android) si appoggiano ai vari modelli di SoC Qualcomm Snapdragon. Se si escludono i chip MediaTek, destinati per lo più alla gamma medio-bassa e quelli di HiSilicon che Huawei e le consociate usano anche nei rispettivi top di gamma, Qualcomm ha per adesso ben pochi rivali nel suo segmento.
Aziende come Apple hanno reso evidente come progettare e realizzare i propri SoC ad alte prestazioni abbia vantaggi innegabili. Sul versante dei dispositivi Android, oltre a Huawei anche Samsung può contare sulla sua linea di processori così da avere una certa indipendenza dai fornitori esterni e guardare alla riduzione dei costi.
Google si pone sulla medesima scia e lavora Whitechapel, un SoC ARM a 64 bit e 8 core che verrà prodotto negli stabilimenti Samsung ricorrendo a un processo litografico a 5 nm. Il chip sarà ottimizzato per migliorare le attività di machine learning e le capacità di Google Assistant: non è affatto una sorpresa considerando che Google ha fatto dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico i capisaldi della sua strategia software.
Nel 2017 l’azienda di Mountain View ha presentato il suo Pixel Visual Core, un SoC progettato su misura per i Pixel 2 al fine di migliorarne le capacità di imaging e le caratteristiche HDR+. Più recentemente Google ha rinnovato lo stesso processore svelando il Neural Core dei Pixel 4, con l’aggiunta di nuove capacità di autoapprendimento.
Whitechapel non è quindi “una prima volta” di Google nel segmento dei SoC per i dispositivi mobili ma l’arrivo del processore porrà un’importante pietra miliare.
Google disporrebbe già di diversi esemplari del chip già perfettamente funzionanti: si prevede quindi che il debutto possa essere ormai piuttosto vicino.
L’illustrazione a corredo dell’articolo è di Sarah Grillo/Axios.