Esattamente pochi giorni fa Google ha ufficializzato Gemini, il suo ultimo modello linguistico legato all’intelligenza artificiale, quello vero, il più atteso. Il chatbot compete con concorrenti del calibro di GPT-4 di OpenAI e andrà ad alimentare l’intelligenza artificiale di Google per i prossimi anni.
Google ha pubblicato per il pubblico una fantastica, davvero molto pratica e pronta a mostrare le capacità di Gemini. Tutti hanno avuto dimostrazione di quanto il servizio fosse impressionante per via della sua fluidità in termini di intelligenza artificiale. Sebbene tutto sembri davvero straordinario, ecco che arriva la nota dolente: è emerso nelle ultime ore che quella demo non era qualcosa di registrato in tempo reale.
Gemini può stupire ma Google potrebbe aver mentito con le demo pubblicate
Danno un’occhiata ad una demo di Gemini si nota come la nuova intelligenza artificiale di Google sia in grado di lavorare alla grande. Il modello linguistico infatti sembra in grado di comprendere senza alcuno sforzo il linguaggio parlato. Lo stesso vale anche per le immagini, pure quando queste cambiano in maniera dinamica, come ad esempio colorandosi.
La reattività dell’intelligenza artificiale è risultata fin da subito così spiccata che sembrava di avere a che fare con una persona. È stato però svelato il motivo per cui tutto è parso così perfetto: la latenza è stata stata ridotta appositamente da Google, così come alcuni feedback sono stati a abbreviati. I tempi di risposta di Gemini dunque sarebbero più lunghi nella realtà.
Un portavoce di Google ha confermato il tutto, affermando che le demo sono state realizzate con l’utilizzo di fotogrammi di immagini fisse prese dal filmato e con dei suggerimenti tramite il testo. A discolpa di Google, bisogna dire che la società non ha mai parlato di una demo dal vivo, anche se è chiaro che il colosso ha utilizzato molta creatività.