È la scoperta dell’acqua calda: gli assistenti digitali – si pensi alle versioni “da salotto” come Google Home e i prodotti Amazon basati su Alexa – sono costantemente in ascolto per intercettare i comandi impartiti dagli utenti. OK Google o Hey, Alexa, sono alcune delle “frasi magiche” che fanno scattare sull’attenti dispositivi smart come quelli citati.
Nel corso del tempo sono state segnalate situazioni curiose che hanno sollevato ben più di qualche punto interrogativo sul funzionamento degli assistenti digitali di qualunque brand.
Nell’articolo Assistente Google migliora ancora e risponde ai comandi vocali in italiano abbiamo presentato alcuni tra i comandi che possono essere inviati a Google usando semplicemente la voce e che sono sfruttabili anche dai dispositivi mobili (si possono inviare direttamente, senza neppure afferrare il telefono, email e messaggi WhatsApp…).
Sono però tanti i casi di registrazioni avviate dall’Assistente Google o da Alexa senza che l’utente ne fosse consapevole (ad esempio a causa dell’errata interpretazione di una parola).
Di recente una coppia statunitense residente a Portland ha rilevato che Alexa aveva autonomamente registrato una loro conversazione per poi trasmetterla a uno dei contatti presenti in rubrica.
Accedendo a questa pagina si possono verificare ed eventualmente ascoltare le registrazioni vocali associate al proprio account Amazon Alexa (per cancellare una o tutte le registrazioni per ciascuno dei dispositivi con integrazione Alexa è sufficiente portarsi nella sezione I miei contenuti e dispositivi di questa pagina).
Nel caso di Google è sufficiente portarsi a questo indirizzo previo login al proprio account utente.
Adesso un ricercatore autonomo o per meglio dire un maker, Bjørn Karmann, ha presentato Project Alias, un dispositivo che si occupa di neutralizzare qualunque assistente digitale fintanto che l’utente non avesse effettivamente bisogno di utilizzarlo.
Project Alias altro non è che un “dispositivo parassita” che si installa nella parte superiore di Google Home o di Amazon Echo e che passa all’assistente digitale il comando di attivazione pronunciato dall’utente solo nei casi in cui ciò sia davvero voluto.
Il sistema sfrutta, come componenti hardware principali, una scheda Raspberry Pi A+, un modulo ReSpeaker 2-Mics Pi HAT con doppio microfono integrato e due Tiny Speaker da 16mm. Il tutto, installato sopra il dispositivo Google o Amazon, genera automaticamente rumore bianco per rendere sordi gli assistenti digitali a qualunque tipo di conversazione privata.
Soltanto pronunciando la parola Alias o una frase scelta dall’utente, la scheda Raspberry cesserà la generazione del rumore bianco e attiverà Google Assistant o Amazon Alexa.
In questa pagina Karmann offre tutti i dettagli tecnici e le indicazione per stampare in 3D la “cover” per nascondere i componenti di Project Alias.