Giro di vite, da parte di Google, sui contenuti che, pubblicati in Rete senza alcun tipo di autorizzazione, potrebbero violare gli altrui diritti d’autore. Secondo quanto riferito, Google avrebbe usato le forbici per eliminare – dai risultati delle ricerche – molti link facenti riferimento a materiale soggetto a copyright aggiornando le “liste nere” utilizzate dal più famoso motore di ricerca.
Già dal mese di gennaio scorso, Google ha iniziato a filtrare i termini di ricerca contenenti termini che, abbinati ad altre parole, potrebbe facilitare attività di pirateria. Digitando parole quali torrent, BitTorrent o RapidShare, si noterà come la funzionalità di autocompletamento del motore di ricerca, così come Google Instant (ved. questi nostri articoli), non proporanno alcun suggerimento.
La “blacklist” è stata estesa non soltanto a siti web che offrono anche, oppure esclusivamente, link che facilitano il download di materiale protetto dal diritto d’autore ma anche a siti che consentono l’hosting di file (ad esempio, 4shared, filesonic e fileserve).
I tecnici di Google hanno probabilmente deciso di implementare la nuova “lista nera” per evitare che all’utente vengano proposti suggerimenti di materiale da scaricare, calcolati automaticamente sulla base delle precedenti ricerche effettuate dagli utenti. Sarebbe insomma imbarazzante se fosse lo stesso Google a proporre, ad esempio, accanto a torrent, termini che potrebbero ulteriormente facilitare il download di materiale soggetto a copyright.
Una mossa, quella di Google, che certamente non è destinata ad azzerare il fenomeno della pirateria ma che comunque, molto probabilmente, mira a non offire un appiglio per nuove contestazioni nei confronti del motore di ricerca di Mountain View (si pensi, ad esempio, a questa sentenza).