Una delle app più riuscite dell’azienda di Mountain View è sicuramente Google Foto, uno strumento che non soltanto svolge il ruolo di una “galleria fotografia” super potenziata per tutti i dispositivi mobili ma offre un efficace meccanismo di organizzazione e ricerca. Utilizzando il riconoscimento facciale e l’intelligenza artificiale, ad esempio, Google Foto permette di individuare proprio quella foto che non si riusciva più a trovare. Basta scrivere il nome di una persona o descrivere il contenuto dell’immagine per trovare ciò che si sta cercando in un batter d’occhio.
Il fiore all’occhiello di Google Foto sono però le sue abilità di backup: gli utenti possessori di un account gratuito hanno a disposizione 15 GB di spazio cloud per creare automaticamente copie di sicurezza di foto e video sui server dell’azienda di Mountain View. Per chi avesse esigenze di storage più importanti, c’è sempre la possibilità di aderire a uno dei piani a pagamento Google One.
In un altro articolo abbiamo presentato tutti i segreti di Google Foto per gestire i propri archivi e creare backup, da smartphone, tablet e computer.
Google Foto come pannello di controllo unificato per tutti i servizi cloud che archiviano immagini e video
Fino ad oggi, dicevamo, Google Foto si è proposto come un “classificatore” e, allo stesso tempo, uno strumento di backup per i contenuti multimediali presenti sul dispositivo locale e sugli altri device sotto il proprio controllo (terminali ove è configurato il medesimo account Google). Grazie a Google Foto, immagini e video possono essere sincronizzati e resi accessibili da più dispositivi diversi, tutti appartenenti al medesimo utente.
La novità è che Google Foto vuole eliminare la necessità, per l’utente, di passare da un’applicazione di backup delle foto all’altra, da un servizio all’altro. Con l’aggiornamento di febbraio 2024 di Android 12 e successivi, Google Foto diventa interoperabile con le altre piattaforme cloud, divenendo in grado di accedere direttamente ai rispettivi archivi fotografici.
Non solo. Se il servizio di terze parti gestisce album o integra il concetto di “preferiti” per i contenuti foto e video, gli stessi oggetti appariranno in egual modo anche nell’interfaccia dell’applicazione Google Foto.
L’integrazione con i servizi di storage cloud è aperta a tutti
Google spiega che l’applicazione sceglie automaticamente, quando possibile, le piattaforme cloud compatibili e propone all’utente la possibilità di accedere alle rispettive risorse conservate online. Tuttavia, grazie alla disponibilità di apposite API (Application Programming Interface), qualsiasi applicazione sviluppata da soggetti terzi può aderire al programma pilota di Google Foto e comparire nella sua interfaccia.
Una volta impostato un servizio di storage cloud di terze parti su Google Foto, questo risulterà integrato in maniera trasparente, senza alcun “attrito” secondo i tecnici della multinazionale statunitense.