Chrome non è più in castigo. Google ha infatti deciso di annullare la penalizzazione che la società aveva deciso di “auto-imporsi” a gennaio in seguito alla scoperta di una serie di attività pubblicitarie non consentite che avevano come obiettivo primario quello di far salire la pagina per il download del browser nei risultati delle ricerche. In quest’articolo abbiamo a suo tempo documentato l’accaduto riportando alcune dichirazioni provenienti da Mountain View: Google, pur sostenendo di non aver mai autorizzato alcuna campagna pubblicitaria nelle modalità in cui è stata posta in essere (su alcuni blog e siti web sono apparsi articoli che apparivano appositamente congegnati per promuovere artificiosamente il browser dell’azienda di Page e Brin), affermò di avere intenzione di procedere ad una retrocessione nell’indicizzazione delle pagine che compongono il sito ufficiale di Chrome.
In effetti il cartellino rosso è poi immediatamente scattato dal momento che il valore di Pagerank associato alla home page del sito di Chrome crollò a zero. Nell’arco di poco meno di tre mesi, ciò sembra aver avuto un impatto negativo sulla diffusione del browser, sempre in crescita rispetto alla concorrenza nei periodi precedenti. Stando ai dati diffusi da Net Applications, nel primo trimestre dell’anno, non ancora conclusosi, la crescita di Chrome si sarebbe arrestata ed, anzi, avrebbe subìto una leggera flessione.