Attraverso un post sul blog ufficiale, Google ha dichiarato guerra ai contenuti spazzatura generati dall’Intelligenza Artificiale, spesso sfruttati per ottenere posizionamenti organici e dunque visibilità. Questa azione, a quanto pare, potrebbe portare a un sostanziale miglioramento della qualità dei contenuti proposti dal motore di ricerca sul breve-medio periodo.
Secondo quanto riferito dal colosso di Mountain View, si tratta di una serie di miglioramenti degli algoritmi, un update molto più complesso e raffinato a quelli abitualmente proposti dall’azienda.
Sempre stando al post, le modifiche potranno interessare diversi tipi di contenuti, con un particolare focus sui contenuti generati con sistemi automatizzati, come l’IA generativa, sebbene non sia stato fatto specifico riferimento a tale tecnologia.
Contenuti spazzatura generati con IA? I nuovi algoritmi di Google mirano ad arginare il fenomeno
Elizabeth Tucker, direttrice della gestione dei prodotti di Google, ha confermato come “Questo aggiornamento comporta il perfezionamento di alcuni dei nostri principali sistemi di classificazione per aiutarci a capire meglio se le pagine Web non sono utili, hanno una scarsa esperienza utente o sembrano create per i motori di ricerca invece che per le persone“.
La stessa ha poi aggiunto come “Siamo convinti che questi aggiornamenti andranno a ridurre la quantità di contenuti di bassa qualità nella ricerca e invieranno più traffico a siti utili e di alta qualità“.
Con il diffondersi dell’IA generativa, le SERP (Search Engine Results Page) sono state invase da contenuti generati da IA e ottimizzati per la SEO. I numeri, a quanto pare, sono stati così elevati da convincere Google ad intervenire con questa misura così drastica.
D’altro canto, i casi di “abusi” di IA nel contesto SEO sono alquanto evidenti. Ne è un chiaro esempio Jake Ward, un consulente SEO che ha ottenuto grande popolarità su X negli scorsi mesi. Lo stesso, ha dimostrato come è stato in grado di sottrarre un volume enorme di visite alla concorrenza grazie all’IA, creando 1.800 articoli in pochissimo tempo e posizionando gli stessi su Google.