Google elenca 22 buoni motivi per passare al Pixel 9 Pro: l'AI è l'asso nella manica

Sei indeciso/a e non sai se passare o meno al Pixel 9 Pro? Google prova a convincerti con 22 motivi, tutti o quasi legati all'AI.

Gli smartphone della gamma Pixel 9 di Google sono al centro di numerose fughe di notizie. L’ultima in ordine cronologico ha svelato che il modello Pro XL potrà contare su 16GB di RAM (un upgrade necessario per gestire le funzioni di intelligenza artificiale) e utilizzerà l’ultimo chip modem di Samsung.

L’azienda di Cupertino nel frattempo è intervenuta a modo suo e ha svelato a poco meno di un mese di distanza dall’evento di presentazione (fissato per il 13 agosto) il design sia del Pixel 9 Pro che del pieghevole Pixel 9 Pro Fold. Salvo eventuali leak, per scoprire l’elenco completo delle specifiche tecniche e le modalità con cui Gemini AI verrà integrata nei dispositivi, sarà però necessario pazientare ancora un po’.

C’è un modo per ingannare un po’ l’attesa, e sempre grazie a Google. La società ha infatti pubblicato su YouTube un video intitolato “22 motivi per cui dovresti dire addio al tuo vecchio smartphone e acquistare il Pixel 9 Pro con Gemini“. La clip dura solo 8 secondi, con la carrellata di motivi proposta ad una velocità così elevata che obbliga chiunque a premere continuamente “play” e “pausa”.

In sintesi, Big G anticipa che il suo smartphone sarà in grado di modificare foto e video (eliminando anche i “Photobombers”), aiutare l’utente durante i viaggi, nelle traduzioni, nella scrittura di un testo, a scattare foto perfette, a riassumere il contenuto delle email e altro ancora.

Come è facilmente intuibile, tutte queste possibilità sono strettamente legate a Gemini, il modello di intelligenza artificiale che sicuramente sarà integrato nei nuovi smartphone di Google.

E a proposito di Gemini, secondo le ultime indiscrezioni sembrerebbe che Google voglia raggiungere un accordo con EssilorLuxottica per la realizzazione di occhiali Ray-Ban con la sua AI a bordo e proporre quindi una soluzione simile a quella vista all’ultima conferenza I/O. Una collaborazione che, se dovesse andare in porto, farebbe sicuramente storcere il naso a Mark Zuckerberg di Meta.

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