La nuova bozza dell’accordo di patteggiamento tra Google e gli editori statunitensi sarebbe stata rigettata dal Dipartimento della Giustizia (DOJ) USA.
Google e le associazioni degli autori e degli editori (“Authors Guild” ed “Association of American Publishers”) avevano lavorato sulla stesura di una nuova versione dell’accordo relativo alla digitalizzazione delle pubblicazioni cartacee sul servizio “Google Books” ritenendo che le modifiche apportate soddisfassero i requisiti ordinati dal giudice lo scorso settembre.
Il DOJ non sembra essere soddisfatto, soprattutto per quanto riguarda tematiche relative alle leggi sul copyright ed alle disposizioni sull’antitrust. La nuova proposta “soffre delle medesime problematiche di base contenute nella bozza iniziale: c’è il tentativo di usare il meccanismo della class action per porre in essere negoziazioni di affari che vanno oltre la disputa presa in esame dalla Corte“, ha dichiarato il DOJ. Per questo motivo, sempre secondo il Dipartimento della Giustizia, l’accordo striderebbe con il “principio cardine” delle leggi sul copyright degli Stati Uniti: i detentori dei diritti d’autore hanno pieno controllo “sul se e sul come” i loro lavori possano essere sfruttati. Diversamente, continua il DOJ, una singola entità – Google, in questo caso – potrebbe trarre vantaggio dalla situazione.
Le parti in causa dovranno quindi rivedere nuovamente l’accordo di patteggiamento. Da parte sua il DOJ si è reso disponibile ad offrire il proprio parere durante l’operazione di revisione del testo.
Non è detto, tuttavia, che Google e gli editori intendano riprendere in mano l’accordo: potrebbero decidere di attendere la sentenza del giudice Denny Chin. In una nota del colosso di Mountain View si legge comunque che “il Dipartimento della Giustizia ha riconosciuto i progressi compiuti nella fase di revisione dell’accordo; un accordo di grande valore che può sbloccare, negli Stati Uniti, l’accesso a milioni di libri“. Google tende a rimarcare il suo punto di vista: “se fosse approvata da parte della Corte, l’intesa amplierà in modo significativo la possibilità di accedere alle pubblicazioni online offrendo agli utenti ed agli editori un nuovo strumento per distribuire i loro lavori“.
Il parere “ufficiale” del giudice Chin dovrebbe arrivare il prossimo 18 febbraio.
Altre informazioni sulla vicenda che vede protagonista il servizio Google Books, sono reperibili facendo riferimento a queste notizie.