Il Regno Unito si accorda con Google e Microsoft Bing per penalizzare più severamente i siti che favoriscono la diffusione di materiale audiovisivo “piratato” e, allo stesso tempo, promuovere il download o la visualizzazione legale di contenuti soggetti a copyright: film, musica, eventi sportivi, videogiochi, libri e software.
L’iniziativa entrerà in vigore dal prossimo 1° luglio e avrà efficacia sulla versione inglese dei due motori di ricerca.
Va detto che il fine ultimo della normativa inglese è quello di favorire la fruizione legale dei contenuti audio-video: troppo spesso, adesso, effettuando una ricerca con il nome del contenuto d’interesse si finisce per visitare un sito web che diffonde link per l’acquisizione illecita del materiale.
Già oggi basta abbinare la parola streaming al titolo di un’opera per vedersi proposti riferimenti a molteplici siti web che fungono da “cassa di risonanza” per la distribuzione del materiale “piratato”.
Inoltre, i riferimenti al database Lumen (ex Chilling Effects) che conserva tutte le richieste di rimozione dei contenuti online e che Google mostra in calce alla pagina dei risultati di alcune ricerche, spesso non fanno altro che aiutare chi cerca contenuti pubblicati in Rete senza l’autorizzazione dei detentori dei diritti.
Per non parlare del fatto che in molti casi basta visitare, per esempio, la versione statunitense (.com) di Google per trovare i link che nella versione italiana del motore di ricerca sono stati rimossi.
A tal proposito, suggeriamo la lettura dell’articolo Pagine rimosse da Google, perché?.
L’iniziativa d’Oltremanica è quindi lodevole perché cambia il punto di vista sul problema.
L’obiettivo primario diventa proporre tra i primi risultati delle ricerche contenuti che possono essere acquistati legalmente dagli interessati transitando per i canali ufficiali.
È infatti, spesso, la difficoltà nel trovare contenuti legittimi, magari titoli recenti, che fortifica il fenomeno della pirateria online: promuovere il consumo legale di contenuti digitali sul web è quindi la chiave di volta per migliorare il quadro. Solo una corretta informazione dei consumatori aiuterà a promuovere la cultura della fruizione legale dei contenuti.