Trovano conferma le indiscrezioni che suggerivano l’imminente lancio di Google Drive, la soluzione firmata dal colosso di Mountain View per la memorizzazione online di file di qualunque formato e dimensione. Come avevamo anticipato nei giorni scorsi (ved. questa notizia), il nuovo servizio di Google dovrebbe arrivare proprio la prossima settimana offrendo 5 GB a tutti gli utenti che sono già possessori e che comunque attiveranno un account.
Il ricercatore Daniel Baker ha individuato in queste ore un importante indizio: l’applicazione Google Docs per la piattaforma Android, infatti, sembra già in grado di gestire gli indirizzi che iniziano con https://drive.google.com
. Tutto dovrebbe essere pronto perché l’applicazione Android contiene numerosi file facenti riferimento al servizio Google Drive, ormai sulla rampa di lancio. C’è un file chiamato GoogleDriveSharedPreferences.xml
, una speciale icona che contraddistinguerà Google Drive ed è presente una finestra che dovrebbe apparire nel momento in cui l’utente scelga di “migrare” al nuovo servizio.
Perché “migrare”? Perché Baker ritiene che Google Docs, servizio che già sino ad oggi consentiva l’upload di file di qualunque tipo, possa essere destinato a trasformarsi in un progetto più ampio, costruito attorno a Drive.
Anche dal Brasile arrivano ulteriori conferme. Da più parti si segnala una presentazione tenuta da un dipendente Google che ha mostrato un file prelevandolo proprio da un account Google Drive. L’opzione “Drive“, durante l’incontro svoltosi presso l’Università Feevale, è apparsa nella barra degli strumenti di Google Docs, tra le voci “Calendar” e “Siti“.
Bocche cucite, per il momento, in Google: i portavoce preferiscono né commentare né smentire la notizia dell’imminente varo del servizio Drive. Ciò che è certo è che la società fondata dal duo Page-Brin dovrebbe mettere a disposizione degli utenti anche dei client concepiti non solo per i dispositivi mobili ma anche per i sistemi Windows e Mac OS X.
Qualche analista comincia a domandarsi se Google Drive non possa rappresentare una potenziale minaccia per ciò che riguarda la possibile sottrazione dei dati in ambito aziendale. Drive, infatti, appartiene ad una così ampia schiera di applicazioni web firmate Google (Gmail, Maps, YouTube,…) che non potrà essere facilmente bloccata da un amministratore di sistema senza impedire l’accesso agli altri servizi, comunemente impiegati, della galassia di Mountain View.