Grazie al lavoro dei ricercatori di Google DeepMind è stato possibile scoprire ben 2,2 milioni di nuove strutture cristalline, inclusi 380.000 materiali stabili, di cui finora non si conosceva l’esistenza.
L’Intelligenza Artificiale, attraverso sistemi di apprendimento automatico, è stata in grado di portare una vera e propria rivoluzione in vari campi, influenzando positivamente ambiti come l’energia rinnovabile, con applicazioni pratiche per celle solari, superconduttori e non solo.
Questo vero e proprio “tesoro”, secondo un articolo apparso su Nature, è stato scoperto attraverso uno strumento IA conosciuto come GNoME. Stiamo parlando di un modello di rete neurale grafica all’avanguardia, potenziato da un processo di formazione chiamato active learning, capace di rendere il lavoro della piattaforma ancora più prestante ed efficiente.
Attraverso un sistema di deep learning, il team di DeepMind ha generato strutture già conosciute, valutando la loro probabile stabilità, per poi cercare potenziali variante finora sconosciute. Il database fornito all’IA include calcoli, dati storici e altre informazioni attraverso cui è stato alimentato un vero e proprio laboratorio automatico, ovvero A-lab. Il numero di sostanze individuate, secondo un calcolo, corrisponderebbe agli ultimi otto secoli di ricerche, sperimenti e scoperte.
Dall’energia rinnovabile alle batterie: il lavoro di Google DeepMind pari a 800 anni di ricerche
L’applicazione di questi nuovi materiali, come già accennato, può essere molto ampia. Si parla, per esempio di nuovi e innovativi materiali stratificati ad alta versatilità, ma anche di utilizzi nel contesto del calcolo neuromorfico, con chip che potrebbero funzionare sempre più come un cervello umano.
Anche le batterie dei dispositivi elettronici, per come le conosciamo oggi, potrebbero essere totalmente rivoluzionate dal lavoro di A-lab. Si parla, tra le altre cose, di 528 nuovi potenziali conduttori di litio, 25 volte rispetto a quelle individuate con gli studi precedenti.
I dati finora diffusi dai ricercatori sono impressionati. Per esempio, si parla di 52.000 composti stratificati simili al grafene, il cui utilizzo nel campo dell’elettronica ha un potenziale elevatissimo. Per capire l’impatto di quanto scoperto, finora erano noti circa 1.000 materiali di questo tipo.
Tutte le scoperte effettuate tramite GNoME sono state rese disponibili alla comunità di ricerca, con le applicazioni pratiche che, con tutta probabilità, si susseguiranno a ritmo vertiginoso nei prossimi anni.