Google insiste sulla filosofia del computer capace di poggiare pressoché interamente sui servizi cloud e presenta Chromebook Pixel, un notebook che propone uno schermo da 12,85 pollici con risoluzione pari a 2.560×1.700 pixel. La principale novità sta però nel numero di pixel per pollice (PPI, pixel per inch): ben 239, un valore che pone Chromebook Pixel al vertice fra tutti i notebook disponibili sul mercato. Il tentativo, ovviamente, è di proporre agli utenti un sistema che, dal punto di vista della resa grafica, possa rivaleggiare con i disply Retina di Apple (il MacBook Pro Retina ha un display da 220 PPI).
A detta di Linus Upson, ingegnere Google, lo schermo multitouch “Gorilla Glass” che equipaggia il Chromebook Pixel sa garantire colori vividi, testi ben definiti ed angoli visivi estremamente ampi (178 gradi).
Dal punto di vista del design, il Chromebook Pixel presenta un corpo in alluminio anodizzato che nasconde alla vista tutti gli elementi superflui, presenta angoli smussati, una videocamera 720p, due porte USB 2.0, una porta Mini-Display, un lettore di memorie flash SD/MMC, speaker e microfono integrato (il DSP – processore di segnale digitale -interno è in grado di attenuare o rimuovere il rumore dell’ambiente circostante).
In quanto a connettività Chromebook Pixel offre supporto Wi-Fi 802.11 a/b/g/n 2×2 dualband, Bluetooth 3.0 ed addirittura LTE 4G (opzionale). Il processore è un Intel Core i5 dual-core da 1,8 GHz; la scheda grafica è una Intel HD Graphics 4000 (integrata); 32 sono i GB di storage SSD (64 GB per il modello con supporto LTE), 4 GB la memoria RAM DDR3.
Dal momento che il nuovo Chromebook è pensato appositamente per coloro che traggono massimo vantaggio dai servizi cloud, Google offre a tutti gli acquirenti ben 1 Terabyte (TB) di spazio su Google Drive.
Per adesso la commercializzazione del Chromebook Pixel, che inizia quest’oggi, è limitata agli Stati Uniti ed al Regno Unito; successivamente sarà estesa agli altri Paesi europei. Visitando dall’Italia la pagina di Google Play dedicata a Pixel si riceve infatti il messaggio seguente: “Siamo spiacenti. I dispositivi su Google Play non sono ancora disponibili nel tuo Paese. Stiamo lavorando per rendere disponibili i dispositivi in altri Paesi nel minor tempo possibile. Ricontrolla presto“.
La versione con supporto Wi-Fi costa 1.299 dollari mentre quella compatibile con le reti LTE 1.449 dollari. Si tratta di prezzi che, diversamente rispetto ai precedenti Chromebook, pongono il sistema di Google su un livello più elevato, accessibile ai cosiddetti “power users“.
Nella configurazione “di fabbrica”, però, il sistema operativo ChromeOS – che, alla fine, non è altro che un super-browser web preimpostato per utilizzare i servizi del gigante di Mountain View (oltre ad altri strumenti cloud) – non consente l’installazione di applicazioni in locale. Molti analisti ritengono che la mossa di Google possa essere troppo azzardata: il mercato non sarebbe ancora sufficientemente maturo per valutare l’acquisto di un computer costruito al 100% attorno ad un’impostazione spiccatamente cloud. Qualcuno comincia a chiedersi il perché della mossa di Google.