La presentazione di un’anteprima di Chrome OS presso il quartier generale di Google, a Mountain View, ha permesso di liberare il campo da alcune informazioni che circolavano sulla stampa nelle scorse settimane. Dopo quanto visto nel corso della conferenza tenuta da Google, l’identikit di Chrome OS è divenuto nettamente più definito tanto che molti osservatori si sono espressi sul futuro del nuovo sistema operativo. Alcuni analisti hanno apprezzato l’idea alla base di Chrome OS mentre altri hanno offerto un parere diametralmente opposto.
Chrome OS poggia sul kernel Linux, come moltissimi altri progetti, ma è questo un aspetto che poco interesserà l’utente finale. Oggi Chrome OS si avvia in sette secondi: non viene mostrata alcuna schermata intermedia né alcuna barra di caricamento. Secondo Sundar Pichai (Google), gli sviluppatori stanno lavorando alacremente per ridurre ulteriormente il già contenuto tempo d’avvio.
Gli utenti non dovranno preoccuparsi della manutenzione del sistema Linux dal momento che patch ed aggiornamenti arriveranno in modo automatico. I dispositivi basati su Chrome OS si comporteranno, insomma, in modo molto simile ai router, agli smartphone ed agli altri hardware sui quali è installato il sistema operativo del “pinguino”.
Chrome OS non si porrà in competizione con Windows o con Mac OS ma verrà sviluppato ed installato su molti dispositivi di dimensioni compatte come i netbook.
Su Chrome OS, inoltre, non si potranno installare applicazioni “desktop”. Pichai ha voluto rimarcare come qualunque applicazione in Chrome OS sarà un’applicazione web. Nessuno spazio, quindi, per i programmi di tipo convenzionale.
L’attesa per il lancio del sistema operativo è ancora lunga: potrebbe debuttare, infatti, non prima della fine dell’anno prossimo.