Google festeggia oggi il quarto anniversario di Chrome, il browser che ha saputo sottrarre rapidamente quote di mercato ai prodotti concorrenti arrivando oggi (dati NetApplications di agosto) al 17,42% ed insidiando da vicino Firefox (al secondo posto dopo Internet Explorer con il 18,21%). Mentre il “navigatore” di casa Microsoft resta “sullo scivolo”, sono infatti Google Chrome ed Apple Safari a far segnare il trend positivo più convincente.
Il concetto attorno al quale è stato costruito Chrome è la possibilità di condividere tutte le proprie informazioni su quanti più dispositivi possibile, partendo da desktop e notebook sino ad arrivare a smartphone e tablet. Qualunque device si utilizzi, l’idea è quella di aver sempre a portata di mano l’elenco dei siti web preferiti, le medesime schede aperte, la cronologia della navigazione, le preferenze selezionate in precedenza.
L’aspetto sul quale i tecnici di Google hanno lavorato sin da subito è la stabilità del prodotto che, grazie all’utilizzo di processi multipli (quante volte vi sarà capitato di vedere diversi eseguibili chrome.exe
elencati nel Task Manager o Gestione attività di Windows?) consente di scongiurare qualunque disagio qualora una pagina web od un plugin dovessero causare problemi.
Tale architettura, insieme con una convincente sandbox (vedere l’articolo Sandboxing: a confronto Chrome, IE, Firefox ed Opera), hanno sin da subito decretato il successo di Chrome.
Chrome è stato percepito, almeno inizialmente, però, come un software un po´ “spione” o comunque come un’applicazione che avrebbe rivelato ai quattro venti URL ed interessi dell’utente. Si tratta di una valutazione molto approssimativa che nasce dalla presenza, nel browser, di alcune funzionalità che permettono di velocizzare la ricerca di informazioni. Le opzioni “Utilizza un servizio web per risolvere gli errori di digitazione“, “Utilizza le previsioni per completare i termini di ricerca e gli URL digitati nella barra degli indirizzi” e “Prevedi le azioni di rete il rendimento del caricamento delle pagine” offrono supporto all’utente che commetta degli errori digitando indirizzi Internet, permettono di suggerirgli gli URL da visitare e fanno in modo che Chrome si avvantaggi nel caricamento degli elementi presenti nelle pagine web correlate.
Come spiegato nell’articolo Google Chrome: backup e personalizzazione del suo comportamento, tutte le funzionalità possono essere liberamente disabilitate accedendo alle opzioni del programma e togliendo il segno di spunta dalle caselle corrispondenti. Si avrà così un browser leggero e stabile che non colloquia più con i server di Google ma che si limita a seguire le indicazioni impartite dall’utente.
In occasione del quarto compleanno di Chrome, Google ha pubblicato la “Chrome Time Machine“, un sito web che illustra tutte le modifiche che sono state apportate al browser web nel corso della sua storia.