Google ha appena messo a disposizione degli utenti la diciannovesima “major release” del suo browser Chrome. Basato sul progetto opensource Chromium da cui Chrome trae gran parte delle innovazioni, Chrome 19 propone – tra le novità principali – la possibilità di mantenere sincronizzato il contenuto delle schede aperte (“tabs”) tra più dispositivi, anche completamente differenti tra loro. Dopo aver effettuato il login su Chrome utilizzando il proprio account Google (pulsante raffigurante una piccola chiave inglese, comando Accedi a Chrome…), con la nuova versione del browser tutte le schede saranno automaticamente sincronizzate tra i vari dispositivi. In questo modo si potrà ad esempio tornare a visitare un sito web che si stava visionando al lavoro o viceversa. I possessori di un dispositivo a cuore Android possono utilizzare Google Chrome per Android beta e fruire della medesima funzionalità.
Non appena si effettuerà il login, Chrome provvederà a sincronizzare non solo le schede aperte ma anche altri elementi quali segnalibri, applicazioni, estensioni, cronologia, temi ed impostazioni. Raz Mathias, ingegnere software di Google, precisa che sebbene Chrome 19 sia in grado di supportare sin d’ora il meccanismo di sincronizzazione delle schede, questa funzionalità verrà via a via attivata per tutti gli utenti nel corso dei prossimi giorni.
Lo strumento di sincronizzazione dei dati integrato in Google Chrome è compatibile con tutte le versioni del prodotto quindi si rivolge agli utenti di Windows come a coloro che utilizzano macchine Mac OS X o Linux.
Gli utenti di Chrome è bene provvedano ad aggiornarsi quanto prima all’ultima versione del browser anche perché essa integra circa una ventina di patch che consentono di risolvere definitivamente altrettante problematiche di sicurezza. Alcune di esse hanno fruttato una somma variabile tra 500 e 1.500 dollari che è stata riconosciuta da Google ad ogni singolo autore della scoperta.
L’ultima versione di Chrome è prelevabile gratuitamente da questa pagina.
Coloro che non volessero spostare “in the cloud”, sui server di Google, le proprie informazioni, possono seguire le indicazioni che abbiamo pubblicato in questo approfondimento.
Per comprendere nel dettaglio come funziona il meccanismo degli aggiornamenti di Chrome, vi consigliamo invece la lettura di quest’articolo.