Matt Cutts, noto ingegnere di Google e “guru” del motore di ricerca “made-in-Mountain View“, torna ad affrontare il tema dei link presenti nelle pagine web e boccia senza appello tutti coloro che usano “vendere” la pubblicazione di link ipertestuali sul proprio sito. “Di recente sono stato contattato da una rivista online che lamentava un crollo del PageRank dal valore 7 al valore 3“, è l’incipit di un intervento che Cutts ha appena pubblicato sul suo blog personale. “Avendo agito in buona fede non sapevano quale fosse il motivo di una tale penalizzazione quindi ho provveduto a redigere un’approfondita relazione“.
Cutts ha immediatamente puntato il dito contro l’esposizione di una serie di link facenti riferimento a siti e servizi esterni che erano stati evidentemente oggetto di “vendita”. L’algoritmo di PageRank è uno degli strumenti che Google utilizza per comporre le pagine SERP ossia le pagine contenenti le informazioni restituite a qualunque utente che effettui una qualsiasi ricerca con il motore della società di Larry Page e Sergey Brin. Nonostante l’importanza del PageRank sia più contenuta rispetto al passato (il motore di ricerca di Google si serve oggi di numerose indicazioni aggiuntive per comporre le pagine dei risultati; vedere anche l’articolo Google: non guardate al PageRank con troppo interesse), esso resta comunque uno dei segnali più evidenti che consentono di stabilire quanto un sito web sia apprezzato da Google.
Dal momento che il concetto di PageRank è facilmente assimilabile alla popolarità di una pagina (valuta “il peso” di ogni singolo link in entrata ed in uscita), si è sviluppato un commercio di collegamenti ipertestuali. Alcuni amministratori cercano di ottenere, dietro il versamento di importi in denaro, la pubblicazione di un link su pagine web ben posizionate in Google in modo da ottenerne un concreto beneficio in termini di visibilità.
Cutts ricorda che tale pratica non è tollerata da parte di Google (l’azienda, qualche tempo fa, penalizzò anche se stessa; vedere l’articolo Google: fine della penalizzazione per Chrome) e che il rischio di un netto calo del valore di PageRank è più che concreto.
Nel caso in cui si venisse penalizzati in seguito alla “commercializzazione” di link, Cutts suggerisce di sanare la situazione quindi – previa eventuale registrazione – di utilizzare gli “Strumenti per i webmaster” di Google in modo tale da richiedere una nuova analisi dei contenuti ospitati sul sito.