Con qualche ora di anticipo rispetto alla conferenza che Google terrà domani, in diretta, da Parigi, il CEO dell’azienda di Mountain View ha presentato quello che si preannuncia come il nuovo principale rivale del chatbot ChatGPT.
Google Bard è il nome dello strumento di intelligenza artificiale conversazionale che i tecnici della società stavano sviluppando da almeno due anni, ovvero da quando è stato descritto il modello linguistico LaMDA (Language Model for Dialogue Applications).
Si parlò tanto di LaMDA a giugno 2022 quando un dipendente di Google accostò il modello a un’intelligenza artificiale senziente provocando una serie di prese di posizione dell’azienda.
Bard cerca di combinare l’ampiezza della conoscenza con la potenza, l’intelligenza e la creatività dei grandi modelli linguistici usati in Google: “attinge alle informazioni disponibili sul Web per fornire risposte fresche e di alta qualità“, osserva Sundar Pichai, amministratore delegato dell’azienda.
Inizialmente Bard viene portato al debutto facendo leva sul modello più leggero di LaMDA che richiede una potenza di calcolo significativamente inferiore ed è quindi adatto per adattare il funzionamento del servizio alle richieste di un’importante mole di utenti.
“Combineremo i feedback esterni derivanti dagli utenti con i nostri test interni per assicurarci che le risposte di Bard soddisfino un livello elevato di qualità, sicurezza e fondatezza“, aggiunge ancora Pichai.
Parlando della storia di Google abbiamo visto come la società fondata da Larry Page e Sergey Brin abbia utilizzato versioni sempre migliori di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale. BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) ha permesso la realizzazione di modelli avanzati per l’elaborazione del linguaggio naturale al fine di comprendere meglio il significato di ogni ricerca avanzata da ciascun utente.
Nel 2020 Google ha cominciato a usare MUM (Multitask Unified Model): 1.000 volte più potente di BERT è in grado di “comprendere” informazioni in più lingue a un livello nettamente superiore tanto da riuscire a individuare i momenti chiave nei video, fornire informazioni critiche, rispondere a interrogazioni degli utenti molto articolate che richiedono un’elaborazione a più passaggi, supportare la ricerca multipla con l’abbinamento simultaneo di testo e immagini.
“Le nostre più recenti tecnologie di intelligenza artificiale, come LaMDA, PaLM, Imagen e MusicLM, creano modi completamente nuovi per interagire con le informazioni, dal linguaggio e dalle immagini al video e all’audio. Stiamo lavorando per portare questi ultimi progressi dell’IA nei nostri prodotti, a partire dalla ricerca“, spiega “il timoniere” di Google.
Come si vede in questo esempio, Bard vuole fungere da volano per sviluppare la curiosità e la creatività: in questo caso le nuove scoperte del telescopio spaziale James Webb vengono spiegate a un bambino di 9 anni, in breve e con un linguaggio efficace.
Ad oggi non è dato sapere quando Google Bard sarà disponibile per tutti: Pichai si è limitato a dichiarare che da marzo verrà messa a disposizione di un gruppo di sviluppatori selezionati un’API per interfacciarsi con LaMDA e semplificare la realizzazione di applicazioni innovative.