Durante la Google I/O 2023, la società di Mountain View ha rinnovato la volontà di attingere a piene mani alle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale anche per ciò che riguarda le ricerche sul Web.
Com’era prevedibile, il chatbot Google Bard è diventato uno degli argomenti centrali che l’azienda guidata da Sundar Pichai ha affrontato durante l’evento riservato prevalentemente agli sviluppatori e ai sostenitori delle tecnologie Google. La società ha innanzi tutto confermato che Bard sfrutta il nuovo modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) PaLM 2 e ha fatto presente di aver rimosso la “lista di attesa” per l’accesso alle sue funzionalità.
Punto di riferimento per provare Google Bard è la home page del chatbot che però, a meno di non utilizzare un servizio VPN di terze parti, dall’Italia non consente ancora di accedere al servizio. I portavoce di Google hanno infatti aggiunto che presto Bard abbraccerà il supporto per 40 lingue, italiano compreso.
PaLM 2 è stato addestrato su enormi volumi di testi multilingua: in questo modo, i tecnici Google hanno potuto migliorare la capacità di “comprendere”, generare e tradurre testi ricchi di sfumature, inclusi modi di dire, poesie e indovinelli; supera anche gli esami di competenza linguistica avanzata a livello di “padronanza”.
Il nuovo modello linguistico svelato da Google dimostra capacità migliorate in logica, ragionamento basato sul buon senso e matematica poiché è stato addestrato utilizzando un vastissimo set di documenti scientifici e pagine Web che contengono espressioni matematiche.
Risultano anche significativamente migliorate rispetto all’anteprima di Bard le abilità che hanno a che fare con la generazione di codice di programmazione: PaLM 2 può contare su un immenso set di dati di codice sorgente pubblicamente disponibile. Può quindi eccellere nello sviluppo con i linguaggi di programmazione più diffusi come Python e JavaScript, ma può anche generare codice specializzato in linguaggi come Prolog, Fortran e Verilog.
Come già sta facendo il principale concorrente Microsoft Bing, Bard a breve permetterà di creare immagini generate dall’intelligenza artificiale, rispondendo a specifiche richieste avanzate dagli utenti. Il sistema poggerà su Adobe Firefly, la famiglia di modelli di intelligenza artificiale generativa di Adobe: per gli utenti sarà possibile trasformare facilmente e rapidamente le idee creative in immagini di alta qualità che potranno poi essere ulteriormente modificate e migliorate nonché inserite tra i progetti gestiti con Adobe Express.
Le immagini saranno utilizzate anche nelle risposte alle domande (prompt) degli utenti al fine di argomentare in maniera migliore quanto offerto dal chatbot Bard. I tecnici di Google hanno anche mostrato in anteprima uno strumento che permetterà di creare documenti di ogni tipo e per qualunque esigenza, con la possibilità di esportarli direttamente in Gmail o in Google Documenti per le modifiche finali.
Già dalla prossima settimana, Bard inizierà a citare le fonti in modo preciso: quando il chatbot inserisce nella sua risposta un blocco di codice o fa riferimento a contenuti realizzati e pubblicati da terzi, è sufficiente fare clic sulla nota a margine per saperne di più e approfondire la ricerca.
Il pulsante Esporta, invece, consente agli sviluppatori di esportare il codice generato da Bard ed eseguirlo direttamente: il meccanismo unisce le abilità dell’apprezzato ambiente di sviluppo integrato (IDE) basato su cloud Colab (abbreviazione di Google Colaboratory) con le funzionalità messe a disposizione dal partner Replit.
Replit è a sua volta un ambiente IDE che consente agli utenti di creare, condividere e collaborare su progetti di programmazione in diversi linguaggi di programmazione, come Python, JavaScript, Ruby, C++, e molti altri. È simile a Colab, ma offre anche funzionalità per la creazione di applicazioni Web, la gestione dei database e l’hosting delle applicazioni. Replit è stato progettato per facilitare la programmazione in team, con funzionalità di collaborazione in tempo reale che consentono a più utenti di lavorare su un progetto contemporaneamente, con chat integrata e la possibilità di commentare il codice.
Durante la Google I/O, l’azienda ha annunciato oltre 25 nuovi prodotti e funzionalità basati su PaLM 2: ciò significa che il modello linguistico sta divenendo la spina dorsale dei prodotti Google portando benefici tangibili per le persone, inclusi consumatori, sviluppatori e aziende di tutte le dimensioni.
Già nei giorni scorsi si era parlato di Sec-PaLM e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel campo della sicurezza informatica. Con una breve disamina, Google parla dell’utilizzo del modello PaLM 2 per la produttività, quindi in Workspace, in ambito medico e nel segmento dello sviluppo (progetti Vertex AI e Duet AI per Google Cloud).
Potenziare la Ricerca con l’IA generativa
Il modello linguistico PaLM 2 entra quindi a pieno titolo, grazie a Bard, nelle ricerche sul Web e nel motore di ricerca Google. Facendo leva sulle nuove funzionalità basate sull’IA generativa, le ricerche online possono diventare più semplici mettendo gli utenti nelle condizioni di poter comprendere un argomento più rapidamente, scoprire nuovi punti di vista e approfondimenti.
I responsabili Google fanno un esempio concreto: prendiamo una domanda come “Per una famiglia con bambini di meno di tre anni e un cane è meglio il Bryce Canyon o l’Arches National Park?”. Di norma, dovreste suddividere questa domanda in altre più piccole, cercare tra le numerose informazioni disponibili e iniziare a mettere insieme i pezzi autonomamente. Con l’IA generativa, la Ricerca Google può fare una parte rilevante di questo lavoro, senza alcuno sforzo da parte dell’utente. L’IA genererà una panoramica delle informazioni chiave da prendere in considerazione, con una serie di link per approfondire.
Con l’IA generativa nella Ricerca, Google può offrire anche un aiuto negli acquisti online rendendo più rapide e semplici anche le decisioni d’acquisto più delicate e complesse. Quando viene cercato un prodotto, la ricerca sul Web fornisce una panoramica di fattori importanti da considerare e l’elenco degli oggetti e dei servizi che possono soddisfare le aspettative dell’utente.
Google offre descrizioni dei prodotti con una serie di recensioni pertinenti e aggiornate, valutazioni, prezzi e immagini. La nuova esperienza di acquisto con l’IA generativa è infatti basata sullo Shopping Graph di Google, che contiene più di 35 miliardi di schede di prodotto. Un numero che configura la soluzione Google come quella basata sul set di dati più completo al mondo tra prodotti, venditori, brand, recensioni e inventari in continuo aggiornamento. Ogni ora più di 1,8 miliardi di schede vengono aggiornate nello Shopping Graph, per offrire risultati aggiornati e affidabili.
Per non scontentare neppure gli editori e chi produce i contenuti, la nuova Ricerca Google è stata progettata per mettere in risalto e attirare l’attenzione sui contenuti presenti sul Web, rendendo più semplice approfondire ogni argomento al di fuori del motore di ricerca e di Bard. “Pur integrando l’IA generativa nella Ricerca, siamo impegnati a continuare a mandare traffico di valore ai siti Web“, assicura Google.