L’assistente digitale di Google inizia a legarsi più strettamente con le app Android sviluppate da soggetti diversi dall’azienda di Mountain View.
Come viene spiegato in questa nota, pronunciando le “parole magiche” OK Google oppure Hey Google sarà possibile chiedere di estrarre informazioni utili dalle app di terze parti installate sul dispositivo Android oppure compiere nuove azioni.
Con questa nuova abilità, che sarà via a via attivata su tutti i dispositivi sui quali è possibile oggi usare Google Assistant, permetterà di non aprire le singole app, cosa che era già possibile in precedenza, ma di richiamarne anche specifiche funzioni.
Usando semplici comandi vocali si potrà chiedere all’assistente vocale di cercare un prodotto specifico su un sito di ecommerce (Google cita Etsy come esempio), di leggere i tweet altrui, di avviare una chat con l’utente indicato, di conoscere la data di arrivo di una spedizione, di controllare l’account che si usa per pianificare impegni e attività di lavoro e così via.
Alcuni esempi, in inglese, danno l’idea dei nuovi comandi che potranno essere impartiti all’assistente digitale Google:
Google Assistant consentirà agli utenti di configurare liberamente delle “scorciatoie”. Qualunque app Android di terze parti si voglia collegare con l’assistente digitale, si potrà definire un “comando breve” per richiedere l’effettuazione automatica di una certa operazione.
Google fa un esempio un po’ estremo. Vi ricordate le scarpe Nike auto-allaccianti che Marty McFly utilizzava in Ritorno al futuro 2?
Quel concetto è stato davvero realizzato dalla stessa Nike nel 2019 con le sue scarpe Adapt. Ecco quindi che Google dice oggi: “anziché pronunciare il comando Hey Google, allacciami le scarpe con Nike Adapt, basterà creare la scorciatoia vocale Hey Google, allacciale!”.
Lo stesso trucco potrà essere utilizzato in qualunque contesto e con qualsiasi app.
E la privacy? Resta questo il grande punto interrogativo. La possibilità di interagire virtualmente con qualunque app Android di terze parti grazie al suo assistente digitale, mette Google nella situazione di poter registrare sui suoi server un quantitativo ancora più ampio di dati personali riferibili a ogni singolo utente.
Certamente ci sarà la possibilità di disattivare l’integrazione di Google Assistant con le app di terze parti agendo sulle impostazioni ma si tratterà di un’ulteriore opzione da aggiungere alle tante delle quali avevamo parlato nell’articolo Cronologia telefono su Android: quando è utile o da cancellare.