Che Google abbia ambizioni di provider Internet non è una novità. La società di Mountain View si è infatti mossa per iniziare a portare la fibra ottica in alcune zone selezionate degli Stati Uniti (La fibra ottica di Google va a 150 Mb/s: i primi test) e di recente (all’inizio dell’estate) ha addirittura presentato i suoi piani tariffari.
Come spiegato sul sito web varato per l’occasione, l’offerta prevede la fornitura di un’innovativa connessione Gigabit Internet al prezzo di 70 dollari al mese (almeno 100 volte più veloce rispetto ad una connessione a banda larga di tipo tradizionale). Per 300 dollari “una tantum” (o 25 dollari al mese per un anno), Google fornisce persino una connessione broadband con velocità in download fino a 5 Mbps (1 Mbps in upload) a titolo completamente gratuito (la società promette di mantenere il servizio a titolo assolutamente non oneroso per almeno 7 anni).
Oggi è arrivata la notizia che Google ha deciso di investire 400 milioni di dollari per acquisire ICOA, un’azienda statunitense che mette complessivamente a disposizione circa 1.500 hotspot wireless sparsi in 45 stati.
Già a settembre Google aveva annunciato una partnership con Boingo per l’utilizzo di circa 4.000 punti d’accesso wireless da parte dei possessori di smartphone e tablet a cuore Android.
Non è dato sapere se Google sia interessata a promuovere simili iniziative anche in Europa. Chiara la strategia dell’azienda che con politiche di prezzo aggressive mira a portare online quanti più utenti possibile educandoli e spronandoli all’utilizzo dei propri servizi.
La competizione tra Google, Microsoft, Amazon ed altre grandi aziende non è più solo incentrata sulla messa a punto del motore di ricerca migliore, del servizio di video sharing più valido o della piattaforma di hosting dei contenuti più performante; la gara si è spostata sull’infrastruttura. Arbor Networks ha più volte evidenziato come sia ormai dal 2007 che Google sta implementando un “data center globale” e capacità di distribuzione dei contenuti proprie, oltre a perseguire una politica di creazione di interconnessioni dirette con la maggioranza delle reti consumer.
Mentre sino a qualche anno fa Google necessitava di capacità di transito per la maggior parte del proprio traffico, oggi la maggioranza di tale traffico viaggia direttamente da Google alle reti consumer.
Le manovre di Google degli ultimi mesi, almeno negli States, sono la conseguenza diretta di questa crescita: dopo miliardi di dollari spesi nella costruzione dei data center, nelle acquisizoni, nella creazione di una dorsale globale, il colosso fondato dal duo Page-Brin guarda a questi punto alla “consegna” dei contenuti richiesti direttamente agli utenti. E ciò attraverso, appunto, connessioni in fibra ottica (progetto FTTH, Fiber To The Home) e reti wireless.
Aggiornamento: ICOA ha smentito la notizia dell’acquisizione da parte di Google che, nel frattempo, è stata rilanciata dai siti web di mezzo mondo.