I tecnici di Alphabet X, il laboratorio di ricerca è sviluppo della “casa madre” di Google, stanno lavorando sulla progettazione e realizzazione di robot di ultima generazione capaci di imparare nuovi compiti piuttosto che essere programmati per eseguirli.
L’iniziativa è stata chiamata “Everyday Robot Project” a sottolineare che l’obiettivo è realizzare “umanoidi” in grado di assistere ed eventualmente sostituire soggetti in carne ed ossa nello svolgimento delle attività quotidiane.
Hans Peter Brondmo, responsabile dell’ambizioso progetto, spiega che la sfida consiste nel rendere i robot talmente abili da potersi muovere negli ambienti della casa e degli uffici, anche nelle situazioni che non possono essere previste in alcun modo.
“Se gli esseri umani possono combinare i vari sensi per spostarsi nei vari ambienti, svolgere i loro compiti e raggiungere gli obiettivi prefissi, i robot hanno bisogno di istruzioni e codici accurati per fare ognuna di queste cose“, ha osservato Brondmo. “Per i robot diventa molto complicato eseguire operazioni all’interno di ambienti che cambiano molto velocemente. Abbiamo concluso che è necessario insegnare alle macchine per eseguire compiti utili; non è possibile programmarle a priori“.
I portavoce di Alphabet spiegano che l’utilizzo degli algoritmi di machine learning ha permesso di sviluppare robot più intelligenti: in particolare, simulando lo svolgimento di un compito sul cloud, gli algoritmi passati poi ai robot hanno permesso di ottenere un apprendimento molto più veloce rispetto all’approccio svolto nel mondo reale. Il balzo in avanti è addirittura quantificabile in 100 volte e, ovviamente, i modelli costruiti possono poi essere integrati sui robot per migliorare significativamente le loro abilità.
Brondmo ha chiarito che i nuovi robot di Alphabet X sono stati messi alla prova in varie circostanze e per diverse finalità. Tra i vari compiti, dopo un addestramento durato alcuni mesi, è stato possibile mettere a punto una batteria di robot in grado di separare correttamente i rifiuti per ridurre eventuali commistioni (si pensi alla situazione in cui i dipendenti di un’azienda o normali cittadini scelgono accidentalmente il bidone sbagliato per il conferimento dei rifiuti differenziati).
Durante l’esperimento, le macchine sono riuscite a ridurre la “contaminazione” dei rifiuti differenziati dal 20% al 5%.
Dopo aver prima acquisito e poi venduto Boston Dynamics, società specializzata nella robotica, Google e Alphabet dimostrano così di non aver gettato la spugna su questo particolare segmento di mercato e che anzi la sfida consisterà nell’addestrare i robot, grazie alla risorse disponibili sulla piattaforma cloud dell’azienda di Mountain View, a gestire ogni genere di attività loro assegnata riuscendo, da ultimo, a realizzare “umanoidi” concepiti per l’utilizzo a casa o in ufficio.