Non è certo l’invenzione della ruota, questa volta, per Google. Ad ogni modo, la novità presentata nelle scorse ore dal colosso di Mountain View ha certamente il merito di semplificare enormemente le attività di assistenza remota. Battezzata “Chrome Remote Desktop“, la funzionalità presentata dai tecnici di Google consente – attraverso l’aggiunta di un’estensione nel browser – di condividere rapidamente il proprio desktop consentendo ad un utente di controllare il personal computer, a distanza, così come se si trovasse seduto dinanzi ad esso.
Tenendo presente che l’estensione è ancora in fase di “beta testing”, quindi potenzialmente instabile, l’unico requisito è quello che entrambi gli utenti (il proprietario del sistema da gestire a distanza e l’esperto in grado di fornire assistenza) impieghino Google Chrome come browser web. “Chrome Remote Desktop” potrà quindi essere sfruttato per controllare macchine Windows, Mac e Linux (compresi i Chromebooks recentemente lanciati dalla società di Larry Page e Sergey Brin).
Il mercato offre diversi strumenti per la gestione remota dei sistemi ma è la prima volta che tale funzionalità entra a far parte, seppur sotto forma di un’estensione, di un browser. Non è escluso comunque che, in futuro, il meccanismo non venga integrato direttamente in Chrome come è spesso accaduto nel caso di strumenti offerti, in precedenza, sotto forma di prodotti sperimentali.
Per il momento il sistema da gestire in remoto deve essere “presidiato” ossia la richiesta di connessione in ingresso deve essere espressamente autorizzata. I responsabili di Google, comunque, anticipano che vi è già l’intenzione di fare in modo che il personal computer possa essere gestito anche in maniera del tutto automatica: una possibilità interessante qualora si debba accedere ad un proprio sistema, ad esempio, mentre si è in viaggio.
Il flusso dei dati tra la macchina server ed il sistema client viene elaborato utilizzando diverse tecnologie Google: il livello più basso, ad esempio, poggia su di un collegamento peer-to-peer effettuato usando libjingle. Come protocollo, a seconda della configurazione utilizzata dai due “interlocutori”, si fa leva su TCP, UDP oppure si usano i server di Google come tramite; “PseudoTcp” rende la connessione più affidabile. La sicurezza è garantita mediante l’impiego di SSL mentre le informazioni grafiche sono automaticamente codificate ricorrendo a VP8.
L’estensione che permette di abilitare la funzionalità di assistenza remota in Google Chrome è prelevabile da questa pagina.