Dopo aver lanciato il progetto WebM, nuovo formato proposto per la compressione e la veicolazione di contenuti audio e video in Rete (utilizzando la tag video
di HTML5 si possono inserire, nelle pagine web, sequenze filmate WebM con una sola riga di codice), Google sta cercando di lanciare anche WebP.
Per adesso il formato “aperto” per la compressione delle immagini ha riscosso un’accoglienza piuttosto tiepida oltre ad alcune critiche (ved., a tal proposito, questo nostro articolo).
I tecnici del colosso di Mountain View, però, sembrano non voler affatto demordere tanto che l’ultimo aggiornamento introduce in WebP una tecnologia per la compressione lossless (compressione dati senza perdita). Tale approccio, infatti, non è ovviamente utilizzato per comprimere dati nei formati in cui una perdita dell’informazione non può essere accettabile (si pensi, per esempio, al formato Zip) ma è ampiamente sfruttato nel mondo della fotografia digitale (i.e. JPEG). Nel caso delle immagini, in generale, gli algoritmi lossless sono considerati poco efficienti ma talvolta il loro utilizzo viene comunque sfruttato: si tratta delle situazioni in cui si ha a che fare con immagini che contengono ampie aree di colori puri (GIF, PNG,…).
Oltre alla compressione lossless, la nuova versione di WebP introduce il supporto per la trasparenza.
Secondo gli sviluppatori del formato, WebP potrebbe quindi proporsi come una valida alternativa alla memorizzazione delle immagini in PNG, molto popolare sul web.
Stando alle prime valutazioni condotte da Google, l’impiego di WebP consentirebbe di ottenere file di dimensioni inferiori sino al 45% nel caso di immagini PNG.
Chi volesse effettuare dei test in prima persona, può servirsi dei “convertitori” che Google ha pubblicato in questa pagina: compatibili con Windows, Mac OS X e Linux, permettono di trasformare in formato WebP qualunque file JPEG e PNG.