Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i siti malevoli che, attraverso posizionamento organico o pubblicità a pagamento, si posizionavano su Google traendo in inganno gli utenti. A quanto pare, il colosso di Mountain View si sta muovendo per cercare soluzioni in grado di frenare questo pericoloso fenomeno.
Secondo quanto sostenuto dal sito The Verge, Google sta infatti testando una nuova funzionalità per autenticare i risultati del proprio motore di ricerca per evitare clic su siti fraudolenti. Nello specifico, si parla della famosa spunta blu, soluzione già adottata in diversi contesti per segnalare account o fonti verificate. A quanto pare, la nuova tecnica per contrassegnare i siti è stata sottoposta a una fase di prova, coinvolgendo solo un numero circoscritto di utenti.
Il segno di spunta blu dovrebbe essere una prerogativa delle aziende reali, andando dunque a escludere malintenzionati che sfruttano brand famosi per trarre in inganno le vittime meno attente.
Spunta blu per certificare i risultati di ricerca: ecco i primi marchi coinvolti
Secondo quanto mostrato da chi ha accesso alla fase di test, passando con il mouse sulla spunta viene proposta all’utente una spiegazione attraverso pop-up. La finestra spiega come “Questa icona viene visualizzata perché i segnali rilevati da Google suggeriscono che questa azienda corrisponde a ciò che afferma di essere. Google non promuove questa azienda o i suoi prodotti“.
La decisione di assegnare a un’azienda un segno di spunta blu si basa su una verifica frutto di diversi fattori. Oltre all’analisi di Google del sito Web, si parla di recensioni manuali e dei dati offerti dal Merchant Center di Google.
Al momento, come confermato da The Verge, il segnale è stato assegnato ai siti ufficiali di alcuni brand di rilevanza mondiale come Microsoft, Meta, Epic Games, Apple, Amazon e HP, anche se il loro numero è destinato ad aumentare in caso di test positivi.
Questa non è la prima iniziativa di questo tipo. Già in passato Google ha adottato un’iniziativa nota come Brand Indicators for Message Identification (BIMI), che permette agli utenti di verificare il mittente di Gmail, comprendendo subito se questo è reale o semplicemente si tratta di un tentativo di scam.