Google e Microsoft sono due giganti tech e, come è normale che sia, capita che di tanto in tanto la loro sana rivalità sfoci in qualche scontro “legale”. E infatti, Big G ha presentato un reclamo formale alla Federal Trade Commission (meglio nota come FTC) accusando Microsoft di pratiche anti-concorrenziali con il fine di fidelizzare i clienti cloud.
Google contro Microsoft: denunciate le strategie per l’acquisizione di clienti
In base a quanto riportato da The Information, il colosso di Mountain View sostiene che Microsoft stia abusando della sua posizione dominante in ambito aziendale per traghettare i clienti verso le sue proposte relative al cloud. Google dichiara infatti che la società rivale abbia utilizzato a proprio vantaggio i termini di licenza nei contratti di Office 365 per acquisire e bloccare clienti in contratti Azure separati.
Alle autorità competenti spetterà indagare ed emettere un verdetto in merito alle accuse di Google, ma va ricordato che questa non è la prima volta che Microsoft viene messa in discussione per le sue pratiche d’acquisizione dei clienti. Lo scorso anno, infatti, l’azienda di Redmond è stata costretta ad apportare modifiche ai termini di licenza nel mercato UE (per via di un reclamo presentato tre anni prima). Negli Stati Uniti invece nulla è cambiato per il momento, quindi la sbandierata “maggiore flessibilità” resta ancora un miraggio per i clienti negli states.
Il reclamo di Google può essere inteso come un tentativo di portare l’attenzione dell’antitrust statunitense su pratiche che nell’Unione Europea sono state ritenute anticoncorrenziali. In favore di Big G c’è anche un’indagine informale aperta dall’antitrust UE su Microsoft Azure ad inizio 2023. Lo scopo della stessa è di trovare prove di illeciti segnalati dalla concorrenza: si parla di informazioni personali dei clienti sfruttate per ottenere dei vantaggi sui competitor fornitori di servizi cloud.
Ci vorrà del tempo per avere un “verdetto”, che però potrebbe rivelarsi determinante per il mercato del cloud computing oggi dominato – in ordine – da Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud.