Google ha accusato Microsoft, nello specifico il suo motore di ricerca Bing, di copiare i risultati delle sue SERP. Secondo la tesi avanzata dai tecnici di Google, Bing utilizzerebbe i risultati del motore di ricerca di Mountain View nel caso in cui, in risposta ad un’interrogazione, non fosse in grado di proporre all’utente alcun link.
“Riteniamo che la competizione nel campo delle ricerche sul web debba svilupparsi, in modo sincero e genuino, utilizzando nuovi algoritmi costruiti impiegando approcci innovativi e non riciclando i risultati copiati da un concorrente“, ha dichiarato una portavoce di Google criticando il comportamento di Microsoft.
La società di Mountain View è certa dell’accaduto dal momento che è stata costruita una vera e propria “trappola” ai danni Bing: i tecnici di Google hanno infatti stilato un elenco di 100 interrogazioni che sul motore di ricerca non portano ad alcun risultato. Dopo aver creato delle false pagine SERP su Google, gli stessi risultati sono apparsi in risposta alle medesime ricerche effettuate su Bing, nel giro di una nottata.
Secondo Search Engine Land, tuttavia, solamente nove delle cento ricerche definite da Google sarebbero state riprese da Bing (ved. questa pagina).
Harry Shum, vice presidente corporate per il progetto Microsoft Bing, ha dichiarato come il motore di ricerca “made-in-Redmond” utilizzi oltre 1.000 “segnali” per stabilire l’ordine col quale vengono presentati i link all’interno delle SERP. Una piccola porzione di tali dati arriva dalle informazioni messe “a fattor comune” dagli utenti di Microsoft che hanno deciso di inviare, in modo anonimo, alcuni dettagli sulle attività di navigazione sul web. Microsoft, insomma, respinge le accuse al mittente sostenendo invece come sia stata Google ad “avvelenare” i risultati.