Nel corso degli ultimi mesi Google ha dimostrato di voler puntare forte sull’Intelligenza Artificiale e tutte le tecnologie annesse.
Da Google Bard fino alle più recenti modifiche a Chrome, il colosso informatico ha dimostrato di credere fortemente in questa direzione, investendo tempo e fondi per iniziative spesso molto interessanti.
Fa di certo parte di questi progetti quello rivelato da un articolo del New York Times, secondo cui Google sarebbe a lavoro su un’IA capace di fornire consigli sulla vita ai propri utenti. A quanto pare, DeepMind (laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale) sta testando una nuova tecnologia che potrebbe effettivamente trasformare l’IA generativa in un “life coach” personale.
Secondo l’articolo, il modello su cui gli sviluppatori Google sono a lavoro, dovrebbe svolgere almeno 21 diversi tipi di compiti, utili sia a livello personale che professionale. Si parla di semplici idee, istruzioni per pianificare al meglio vita quotidiana/lavoro, suggerimenti e un vero e proprio “tutoraggio”.
Tecnicamente, queste funzioni descritte sono già presenti su Google Bard, quindi non si tratta di una totale novità. Nonostante ciò, l’azienda sta cercando la capacità dell’IA quando si tratta di “rispondere a domande intime sulle sfide nella vita delle persone“.
E a quanto pare, a tal proposito, Google fa sul serio: è infatti stato riunito un folto gruppo di esperti (un centinaio tra psicologi, medici e quant’altro) esperti in svariati campi, proprio per realizzare un algoritmo capace di essere uno strumento efficace nel contesto del life coach.
Un chatbot in grado di svolgere compiti da life coach? Il controsenso di Google
I più attenti però, avranno notato un certo controsenso da parte di Google in questo progetto. Il concetto stesso di life coach, infatti, va contro le politiche aziendali in termini di IA.
Proprio nei disclaimer di Google Bard, infatti, il colosso tecnologico riporta come non fare affidamento a risposte del chatbot per quanto riguarda “consulenze mediche, legali, finanziarie o di altro tipo“. In questo caso, però, si sta andando in direzione opposta, offrendo agli utenti una sorta di “robo-terapista“.
Perché questa sorta di marcia indietro? Secondo il New York Times, questo potrebbe essere uno sforzo estremo per contrastare l’ascesa di OpenAI.
Nonostante tutto, però, non è detto che il lavoro di DeepMind vada a buon fine. Una portavoce degli sviluppatori, infatti, ha dichiarato al Times che gli stessi stanno effettivamente testando l’intelligenza artificiale, ma non sono ancora disponibili valutazioni indicative per quanto riguarda una potenziale rilascio al pubblico.