Google a lavoro su un progetto IA per "ascoltare" i sintomi delle malattie

Sintomi delle malattie respiratorie: Google e startup indiana per realizzare un modello IA per una valutazione medica.

Se molte applicazioni pratiche dell’Intelligenza Artificiale possono creare opinioni contrastanti, quelle relative alla medicina sono tra le poche che mettono pressoché tutti d’accordo.

Rientra proprio in questo ambito il nuovo progetto di Google che, e altre compagnie, stanno applicando tale tecnologia abbinata ai segnali sonori per prevedere i primi sintomi delle malattie respiratorie.

Stando a quanto riportato da Bloomberg, il colosso tecnologico ha addestrato un modello IA utilizzando ben 300 milioni di tracce audio che riguardano soggetti con tosse e problemi respiratori. Grazie a una partnership con Salcit Technologies, startup indiana che abbina l’IA all’assistenza sanitaria respiratoria, Google punta a integrare negli smartphone un sistema per identificare eventuali sintomi di malattie pericolose.

La funzione che ne risulta potrebbe essere molto utile soprattutto in determinate aree del mondo, in cui alcune malattie infettive molto pericolose (come la turbecolosi) sono un pericolo concreto per la popolazione.

L’IA per valutare i sintomi di malattie respiratorie? Solo uno dei tanti progetti nel contesto medico

Al di là dell’iniziativa di Google per “ascoltare” i sintomi di potenziali malattie, l’applicazione dell’IA nell’ambito medico è in piena fase di sviluppo.

Inizialmente il discorso si è limitato all’utilizzo di ChatGPT, con un caso risalente a un anno fa in cui il noto chatbot ha risolto il problema di salute di un bambino. Percepite le enormi potenzialità di questa tecnologia, negli ultimi mesi sono però stati diversi i progetti indirizzati verso questo settore. GPT-4, per esempio, è stato messo alla prova come oculista, rivelandosi in realtà molto meno capace di quanto previsto.

Sebbene le potenzialità siano molte, è bene non farsi prendere dall’entusiasmo. L’IA non può assolutamente ancora sostituire un medico e, almeno per i prossimi anni, la situazione non è destinata a cambiare drasticamente.

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