L’aspra battaglia fra alcuni editori francesi e Google potrebbe ormai essere destinata a concludersi. Nei mesi scorsi erano volate parole forti: gli editori d’Oltralpe accusavano la società di Mountain View di sfruttare gli altrui contenuti per fare business. Per questo motivo, gli editori ritenevano cosa equa che Google versasse loro una sorta di “obolo” per ogni materiale ripubblicato sui servizi online dell’azienda. Sulla stessa linea d’onda si sono posti gruppi di editori tedeschi (Difendete la vostra rete: Google si rivolge ai tedeschi) e la stessa FIEG italiana (La FIEG usa il pugno duro contro Google: “paghino”).
Google, da parte sua, ha fatto evidenziato l’irricevibilità della richiesta: Mountain View ha criticato qualunque tentativo di applicare una sorta di “tassa” nei suoi confronti spiegando che una simile decisione minerebbe le fondamenta sulle quali poggia l’intero web, così come oggi lo conosciamo. Google, attraverso il suo motore di ricerca i vari servizi ripubblica sì i contenuti altrui (generalmente sotto forma di estratto) ma, allo stesso tempo, funge da enorme cassa di risonanza per gli articoli pubblicati in Rete dagli editori. La società fondata da Larry Page e Sergey Brin lanciò addirittura un inequivocabile ultimatum alla Francia: “o rivedete le vostre proposte di legge od elimineremo i link verso gli editori francesi dal nostro motore di ricerca” (Google lancia una sorta di ultimatum agli editori francesi).
Dopo le saette dall’uno all’altro versante dell’oceano, un primo incontro tra il presidente esecutivo di Google – Eric Schmidt – ed il presidente della repubblica francese François Hollande ha probabilmente aperto la strada verso l’accordo appena siglato.
È lo stesso Schmidt a darne notizia: Google si è accordata con Hollande per la creazione di uno speciale fondo (“Digital Publishing Innovation Fund”) che servirà per promuovere le attività editoriali delle società francesi. Google parteciperà al fondo versando una somma pari a 60 milioni di euro e si impegnerà a fornire agli editori francesi nuove informazioni e strumenti per massimizzare i ricavi attraverso le inserzioni pubblicitarie sul web.
Le diatribe con gli editori francesi sembrano quindi essersi improvvisamente trasformate in una nuova opportunità di business per Google che allontana lo spettro di una “tassa di stato” sulle sue attività e mette in cascina il supporto della presidenza d’Oltralpe per proporsi agli editori con le sue soluzioni per l’advertising online.
L’intesa parigina, è ovvio, costituirà un importante precedente per Google che – sulla scia di quanto fatto in terra francese – potrebbe trovarsi a dover siglare accordi simili anche in Germania ed in Italia. La calcolatrice, però, è in mano a Schmidt.