OpenAI sta incoraggiando sempre di più gli utenti all’utilizzo di GPT, ovvero app di terze parti che si basano sui suoi modelli di Intelligenza Artificiale. In tal senso, la mossa di permettere agli utenti di ChatGPT di richiamarli in qualsiasi chat appare un chiaro segnale in questa direzione.
A partire da oggi, gli utenti a pagamento di ChatGPT possono inserire GPT in una conversazione digitando il simbolo “@” e selezionando un GPT dall’elenco che viene proposto. Il GPT scelto avrà una comprensione dell’intera conversazione tra utente e chatbot, fornendo uno strumento formidabile a chi sta interagendo con l’IA.
Questa mossa da parte di OpenAI è del tutto plausibile, visto il suo recente lancio del GPT Store. Questa piattaforma, infatti, offre una vetrina per gli sviluppatori che intendono sviluppare e, in futuro, commercializzare i propri progetti.
Proprio con l’intento di rendere appetibile lo sviluppo di GPT lato monetizzazione, OpenAI sta spingendo il loro utilizzo con questa implementazione.
GPT direttamente nella chat di ChatGPT? Un modo per promuovere GPT Store
Nonostante queste iniziative, i GPT personalizzati sono ancora prerogativa di una nicchia ridotta di utenza. Si parla di un misero 2,7% delle interazioni con ChatGPT, addirittura in calo negli ultimi due mesi.
Il calo di utenti per quanto riguarda i GPT è solo uno dei tanti problemi che OpenAI sta affrontando. GPT Store, per esempio, è stato letteralmente invaso da chatbot “romantiche”, in gran parte capaci di proporre contenuti sessualmente allusivi. Tutto ciò va in netto contrasto con i termini di utilizzo di ChatGPT, così come successo con bot sviluppati per scopi politici.
Per OpenAI, di fatto, si configura una sfida non da poco: invogliare gli utenti ad affidarsi ai GPT ma, allo stesso tempo evitarne eventuali abusi. Un compito arduo ma che, se approcciato con intelligenza, porterà la compagnia di Sam Altman verso un nuovo successo.