Un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas hanno mostrato quanto sia facile generare un segnale GPS fasullo in grado di far cadere in errore anche i sistemi di navigazione più evoluti, come quelli di un “superyatch” da 65 metri. Dopo aver ottenuto pieno consenso da parte del comandante del “White Rose” – questo il nome del natante – gli accademici hanno condotto una serie di esperimenti tra giugno e luglio dimostrando quanto sia sempre mettere in pratica un attacco di tipo “GPS spoofing“.
Durante la dimostrazione, avvenuta nel mar Ionio a poca distanza dalle coste italiane, è stato generato un “falso” segnale GPS che ha permesso di trarre completamente in inganno i sistemi di navigazione dello yatch, del valore di 80 milioni di dollari. Il sistema usato per la navigazione ha rilevato il segnale GPS “malevolo” utilizzandolo per le triangolazioni (i calcoli che permettono di stabilire posizione sulla superficie terrestre e distanza tra più punti).
Sebbene, durante il test, il segnale fasullo sia stato prodotto e lanciato dallo stesso ponte della nave, i ricercatori universitari assicurano che può essere lanciato facilmente – anche a 20 o 30 chilometri di distanza – è sufficiente che la nave “da bersagliare” risulti sufficientemente visibile.
I sistemi di GPS spoofing sono già noti e dichiarati assolutamente illegali negli Stati Uniti. Secondo gli autori della ricerca è però necessario pensare all’utilizzo, su vasta scala, di contromisure che rendano inefficaci simili attacchi.
Nel caso della White Rose, il superyatch ha pericolosamente cambiato rotta, senza neppure esporre alcun messaggio d’allerta sui monitor del ponte di comando.