Gearbest non è più raggiungibile: si parla di fallimento per uno storico ecommerce

La società madre di Gearbest sarebbe in bancarotta e avrebbe già avanzato richiesta di fallimento. Sembra destinato alla chiusura uno dei siti di ecommerce un tempo più famosi e apprezzati.

Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto l’avevano già fiutato in molti. Nel corso degli ultimi 10 giorni, infatti, il sito di Gearbest è rimasto irraggiungibile con tanti clienti che non sono più riusciti a mettersi in contatto con i gestori del notissimo negozio online.

Fino a qualche tempo fa Gearbest era una delle più apprezzate piattaforme online per l’acquisto di prodotti di ogni tipo che offriva tra l’altro interessanti promozioni e permetteva di accedere in anticipo a prodotti lanciati in prima battuta soltanto sul mercato cinese.

Insieme con alcuni grandi nomi del settore Gearbest si era attrezzato con i suoi magazzini europei in modo da consegnare più rapidamente la merce ordinata dai clienti del vecchio continente e gestire al meglio le nuove regole per la tassazione dei prodotti ordinati online da store posti fuori dai confini dell’Unione Europea.

La realtà è che la situazione della società madre di Gearbest, Global Top E-Commerce, non era più rosea ormai da diverso tempo.
A giugno 2021 l’azienda ha presentato istanza di fallimento e ha smesso di pagare i dipendenti. Da allora il declino è stato progressivo fino ad oggi quando lo store online ha fatto registrare il decimo giorno di down consecutivo.
Il fatto è che Gearbest non ha condiviso alcun aggiornamento sullo stato delle sue attività e tanti utenti, clienti del servizio, hanno continuamente lamentato la mancata spedizione dei loro ordini già pagati in precedenza.

La storia di Gearbest è iniziata nel 2014 e ha fatto segnare un crescente successo: il suo punto di forza è stato quello di far partire direttamente dai magazzini cinesi prodotti esportati in tutto il mondo a prezzi molto accessibili.
La popolarità di Gearbest è cresciuta rapidamente tanto che la sua attività ha permesso a un marchio come Xiaomi di guadagnare quote di mercato molto significative in Italia e in Europa quando l’azienda non aveva neppure pianificato di sbarcare in Occidente.

In attesa della conferma ufficiale, ci sono comunque già diversi punti fermi: da un lato sembra che l’attuale crisi logistica e i margini sempre più ridotti per questo tipo di negozi online abbiano cominciato a farsi sentire. Dall’altro, anche la nuova legge europea sull’IVA non aiuta le piattaforme straniere che vendono al dettaglio (la tassazione per tutte le spedizioni dirette verso il territorio europeo è fissata nella misura del 19% sul valore dichiarato) e fare business sarà per loro sempre più complicato.

Nel caso di Gearbest, stante la situazione in cui versa la società, nel corso delle ultime settimane gli utenti che non pagavano con PayPal hanno riscontrato seri problemi nel ricevere i rimborsi. Anzi, per inciso, quando si acquista qualcosa su siti stranieri è sempre buona regola pagare con PayPal: in caso di problemi si può aprire una contestazione e ricevere indietro i propri soldi in tempi ragionevoli.

L’azienda, che una volta aveva 3.000 dipendenti, all’inizio dell’anno ne aveva solo 500. Dalla Polonia sostengono che l’azienda ha già licenziato tutti i lavoratori.
Il fallimento non significa necessariamente la fine di un’azienda. Qualcuno può rilevare i beni della società a basso costo e ripristinare le operazioni ma in questo caso molti ritengono che ciò sia piuttosto improbabile.
Le uniche risposte di Gearbest sembrano per ora arrivare sulla piattaforma Trustpilot mentre gli account Facebook e Twitter sono ormai fermi da diverse settimane.

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