Il 24 luglio 2024 si festeggeranno 55 anni dalla storica giornata in cui l’uomo calcò per la prima volta il suolo della Luna. Grazie soprattutto all’apporto di capitali privati e alla nascita di tante società aerospaziali che stanno investendo risorse colossali nella nuova “corsa allo spazio” (tra tutte ricordiamo SpaceX, protagonista anche della recente missione IM-1 con l’allunaggio di Odysseus), NASA, ESA e altri enti nazionali che si occupano di programmi spaziali e della ricerca aerospaziale, possono beneficiare di nuova linfa.
Così, la NASA – sotto la direzione dell’Ufficio per le politiche scientifiche e tecnologiche USA (OSTP) – sta pianificando di istituire un fuso orario lunare entro il 2026.
Cos’è il fuso orario lunare e a cosa serve
Il programma Artemis, nato sotto l’ala di NASA, mira a riportare un team di astronauti sulla Luna entro il mese di settembre 2026. Si tratta di una data storica perché l’ultimo uomo ad aver messo piede sul suolo lunare resta Eugene Cernan, che il 14 dicembre 1972 – prima di partire – scrisse sulla polverosa superficie del nostro satellite le iniziali della figlia.
In vista della missione di fine estate 2026, OSTP ha invitato i responsabili NASA a collaborare con altre agenzie governative per istituire il cosiddetto Tempo Coordinato Lunare (LTC).
Proprio nei giorni scorsi, abbiamo parlato di UTC (Tempo Coordinato Universale) e della necessità di introdurre dei secondi negativi, per la prima volta nella storia, entro il 2029. UTC è il tempo di riferimento primario usato in tutto il mondo per la sincronizzazione degli orologi e delle attività temporali. È di fatto un “tempo standard” uniforme su scala planetaria, indipendentemente dalla localizzazione geografica e dalle stagioni.
Per via del campo gravitazionale inferiore della Luna, il tempo passa in media di 58,7 microsecondi più velocemente ogni giorno rispetto a quanto avviene sulla Terra. Anche se si tratta di una differenza che di primo acchito può sembrare insignificante, nelle missioni di esplorazione lunare diventa rilevante. È importante, quindi, stabilire un Tempo Coordinato Lunare per fornire un punto di riferimento temporale per sonde e satelliti lunari. Così le operazioni possono svolgersi con la precisione temporale richiesta.
La Casa Bianca ci mette la firma
Con un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, il governo USA ratifica di fatto la decisione degli enti nazionali e approva il progetto di uno standard temporale lunare unificato, utile per garantire la sicurezza delle comunicazioni dati tra veicoli spaziali nonché per sincronizzare le comunicazioni tra la Terra e satelliti lunari, basi lunari e astronauti.
Come si spiega nella nota, senza il concetto di LTC, potrebbero presentarsi errori nella mappatura della superficie lunare e dell’orbita lunare.
Se sulla Terra la maggior parte degli orologi e dei fusi orari basati su UTC si appoggiano alle informazioni temporali restituite dagli orologi atomici dislocati in varie località del mondo, l’introduzione del LTC potrebbe richiedere il dispiegamento di orologi atomici sulla Luna.
La Casa Bianca precisa che la definizione di standard appropriati al fine di ottenere la precisione e la resilienza necessarie per portare a termine missioni in un ambiente ostile come quello lunare, andrà a vantaggio di tutti i Paesi e di tutte le realtà aerospaziali.
L’istituzione di LTC, tuttavia, non può prescindere da un accordo internazionale tra le organizzazioni di standardizzazione esistenti e i 36 Paesi che sostengono il programma Artemis. Prima del nuovo sbarco sulla Luna, Artemis prevede l’invio di una squadra di astronauti in orbita lunare nel corso del 2025.
Credit immagine in apertura: NASA (Unsplash).