TIM e Open Fiber hanno recentemente firmato un accordo di confidenzialità in modo da avere il massimo margine di manovra per le trattative in corso.
Come abbiamo visto nell’articolo TIM e Open Fiber: sulla rete c’è un accordo in vista? la fusione delle reti dei due operatori non sembra più essere utopia.
Tant’è che anche il professor Maurizio Dècina ha evidenziato i vantaggi per entrambe le aziende e per la collettività che deriverebbero da scorporo e fusione: TIM e Open Fiber a confronto: scorporo e fusione convenienti per tutti.
Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), Angelo Cardani, a margine di un convegno svoltosi quest’oggi ha dichiarato che “se l’incumbent dovesse controllare la nuova struttura non solo ci sarebbe un’inversione a U ma un passo indietro“.
In altre parole, Cardani non è contrario alla fusione delle reti di TIM e Open Fiber ma nel caso in cui ciò dovesse accadere ritiene che il controllo non dovrebbe essere affidato all’ex monopolista.
Il presidente dell’Autorità chiarisce comunque che un’eventuale fusione sarà un’operazione lunga e molto complessa, che richiederà quindi del tempo per essere completamente definita. Si immagini infatti che le due aziende dovranno mettere a fattor comune i rispettivi asset infrastrutturali e, molto probabilmente, dovrà essere formata una nuova azienda con la questione della proprietà tutta da definire.
Il nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni elettroniche prevede infatti delle agevolazioni solo per gli operatori che non vendono il servizio di connettività agli utenti finali ma che sono invece completamente wholesale. Open Fiber è uno dei provider wholesale, come altri ne esistono a livello europeo (vedere Open Fiber traccia il futuro degli operatori wholesale only e open access con gli altri membri), che mettono cioè a disposizione le loro infrastrutture agli operatori che raggiungeranno con i loro servizi la clientela finale.
Praticamente certo è, però, che le negoziazioni tra TIM e Open Fiber ruotano intorno alle reti in fibra. Ad oggi non è dato sapere, quindi, come sarebbe gestita la rete in rame di TIM, ancora largamente utilizzata in moltissime zone d’Italia e in tanti casi fondamentale per l’accesso (si pensi alle connessioni FTTE e FTTC o alle “vecchie” ADSL).