All’evento Surface andato in scena solo pochi giorni fa, Microsoft ha presentato – tra le altre cose – anche una funzione chiamata Recall. La sua utilità sembra essere fuori discussione, perché consente di “viaggiare nel tempo” e consultare qualcosa che, sullo stesso computer, è stato svolto nelle ore o nei giorni precedenti. C’è un però: in base a quanto comunicato dall’azienda di Redmond, questa feature è una esclusiva degli appena annunciati PC Copilot+ con i processori della gamma Snapdragon X di Qualcomm.
Non volendo farsi intimorire dalla barriera innalzata dalla società di Redmond, qualcuno ha voluto “sfidare” subito Microsoft effettuando un porting di Recall su un hardware meno potente. Ad aver centrato l’obiettivo è stato l’utente Albacore, che ha annunciato la notizia su X: la funzione può essere eseguita anche su un PC con processore Snapdragon 7xc e solo 4GB di RAM (il requisito minimo è 16GB). Ed è importante precisare che questo chip di Qualcomm, sebbene sia un ARM, non ha una NPU integrata.
Nonostante i limiti hardware sopraindicati, la feature funziona “sorprendentemente bene”, spiega l’utente. E per la gioia di tutti gli appassionati (soprattutto quelli che si cimentano con sfide di questo tipo), Albacore ha promesso che presto rilascerà una guida dettagliata valida per altre macchine Windows on ARM.
I was able to get Recall working on this bad boy 😎
Snapdragon 7c+ Gen3, 3.4 GB of RAM, no NPU in sightWill cook up a tutorial soon, it’s surprisingly good even on something this low spec 😊 If you have any questions I’ll do my best to answer them ✍️ pic.twitter.com/zzswm44Hy1
— Albacore ☁️ (@thebookisclosed) May 25, 2024
I dubbi su Recall
La feature, come già anticipato poco sopra, ha fatto subito scattare un campanello di allarme in numerosi utenti. Questo perché, per funzionare a dovere, Recall deve registrare ciò che avviene sul desktop, altrimenti sarebbe impossibile effettuare salti temporali. Ma che fine fanno questi screenshot? Finiscono forse nelle mani di terzi? A tal proposito, Microsoft ha tempestivamente spazzato via ogni dubbio: l’elaborazione avviene unicamente sul dispositivo e nessun dato lascia il computer.
Maggiori dettagli in merito in questo approfondimento.