Fujitsu è un’azienda giapponese con un’ampia esperienza nella progettazione e produzione di vari componenti elettronici, tra cui anche processori. La società ha sviluppato e prodotto chip destinati a diverse applicazioni, anche per l’utilizzo su computer, server, sistemi embedded e altri dispositivi.
Adesso arriva la conferma che gli ingegneri Fujitsu stanno lavorando su un processore di prossima generazione per le applicazioni di intelligenza artificiale, il calcolo ad alte prestazioni (HPC) e le applicazioni per data center. Il processore Monaka promette di prestazioni formidabili, essendo basato su ben 150 core Armv9 ottimizzati e consentendo anche l’utilizzo di eventuali acceleratori.
Fujitsu Monaka, un processore ARM performante per il mondo data center e HPC
Nel recente passato, Fujitsu ha progettato e realizzato A64FX, un processore noto per essere utilizzato nel supercomputer Fugaku. Presentato nel 2020, Fugaku è uno dei sistemi più potenti al mondo basato su architettura ARM. Monaka sembra porsi sulla scia di A64FX anche se utilizzerà un numero molto più elevato di core (A64FX ne sfrutta 48 per su ogni singola unità) e sarà realizzato ricorrendo a un processo costruttivo a 2 nm di TSMC. I core saranno distribuiti su più die e accompagnati da SRAM e moduli I/O.
Sebbene sia possibile tracciare diverse similitudini con A64FX, Monaka si preannuncia come un processore che non guarda affatto ai supercomputer bensì ha come obiettivo quello di imporsi nei data center e nelle elaborazioni ad alte prestazioni.
Nel contesto dei processori, il termine “lunghezza del vettore” o “dimensione del vettore” (vector length/size) si riferisce al numero di elementi che possono essere elaborati simultaneamente in una singola istruzione vettoriale. Ad esempio, se un processore ha una lunghezza del vettore di 128 bit, significa che può eseguire operazioni su 128 bit di dati in una singola istruzione. Questo può corrispondere a quattro numeri in virgola mobile a precisione singola (32 bit ciascuno) o a due numeri in virgola mobile a precisione doppia (64 bit ciascuno).
Si sa che Monaka potrà gestire una vector size fino a 2048 bit, supporterà memorie RAM DDR5 (probabilmente non HBM) e connettività PCIe 6.0 con CXL 3.0 per connettere ad alta velocità acceleratori e componenti accessori.
Il design complessivo del processore è a chiplet 3D, un’architettura disaggregata che consente di puntare sulla massima scalabilità, esattamente come fa AMD con le sue CPU Ryzen ed EPYC.
Un processore ARM che punta anche sull’efficienza energetica
L’efficienza energetica rappresenta una delle caratteristiche chiave di Monaka. Fujitsu si pone infatti l’obiettivo ambizioso di migliorare l’efficienza dei processori concorrenti di due volte.
Il chip è al momento in fase di preparazione e, stando a quanto emerso non arriverà sul mercato prima del 2026-2027, tenendo anche ben presente il processo costruttivo estremamente miniaturizzato sul quale si basa. Fujitsu, tuttavia, sembra aver stimato come evolveranno i processori rivali da qui a 3 anni e dedotto le prime conclusioni.
Monaka è destinato a proporre robusti meccanismi di sicurezza: ci sarà ad esempio CCA (Confidential Computing Architecture) di ARMv9-A, una tecnologia di isolamento che fa parte della serie di innovazioni ARM volte a proteggere i dati e il codice ovunque avvenga il calcolo. CCA poggia a sua volta le fondamenta su Dynamic TrustZone: essa permette di creare un ambiente di esecuzione sicuro e isolato all’interno di un sistema, in cui il codice e i dati possono essere protetti da attacchi esterni.