Tra le tecnologie che Intel ha introdotto negli anni c’è anche quella chiamata Turbo Boost. Come abbiamo spiegato nell’articolo Quale processore scegliere, Turbo Boost consente al processore di incrementare dinamicamente la velocità di clock ogniqualvolta ce ne fosse bisogno. La frequenza di clock può essere fatta crescere sulla base di diversi fattori ed è direttamente dipendente dal numero di core presenti, dall’assorbimento di corrente stimato, dal consumo energetico stimato e dalla temperatura di lavoro.
Fino ad oggi Intel aveva fornito una puntuale disamina sulle frequenze raggiungibili dalle varie CPU con la modalità Turbo Boost attiva. A partire dalla generazione Coffee Lake, Intel non fornirà più quest’informazione.
Lo ha confermato ufficialmente l’azienda che ha chiarito: d’ora in avanti saranno condivisi pubblicamente i dati relativi alle frequenze di base e alla frequenza di clock turbo in modalità single-core. Per quanto riguarda il clock in multi-core, Intel manterrà massimo riserbo.
Intel motiva la scelta spiegando che le frequenze turbo non sono garantite e dipendono largamente dalla configurazione del sistema e dai carichi di lavoro.
La società di Santa Clara è nel giusto, almeno in parte. È stata infatti la stessa Intel, durante la presentazione del nuovo Core i7-8700K, a sottolineare (cosa poi successivamente verificata e confermata) che il processore può realmente mantenere la frequenza turbo single-core su tutti i suoi core in un vastissimo ventaglio di possibili scenari.
Nel caso di altre CPU, comunque, può non risultare possibile raggiungere la frequenza turbo con più di due o tre core attivi (negli scenari più complicati, il Turbo Boost potrebbe addirittura non risultare nemmeno abilitabile). Uno dei fattori discriminanti, ovviamente, è l’utilizzo di un buon sistema di dissipazione del calore.
Certo, è vero che pubblicare le frequenze turbo raggiungibili in multi-core potrebbe portare a conclusioni erronee ma riteniamo che mantenere il segreto su questi dati non porti benefici a Intel. Nella tabella che abbiamo pubblicato a metà articolo (fonte: Anandtech) è possibile trovare le frequenze ottenibili sui vari core in modalità turbo.
D’ora in avanti bisognerà solamente aspettare che qualcuno metta fisicamente le mani su un nuovo processore e possa metterlo alla prova.