Windows 7 non è affatto morto. Nonostante Microsoft non rilasci più aggiornamenti per il sistema operativo che, ufficialmente, è stato ritirato il 14 gennaio 2020, la quota di mercato appannaggio di Windows 7 è ancora enorme: secondo gli ultimi dati NetApplications sarebbe ancora utilizzato, a livello globale, dal 26,6% degli utenti.
Le aziende che volessero continuare a usare Windows 7 possono accedere al programma ESU che permette di ricevere gli aggiornamenti ufficiali Microsoft fino a gennaio 2023: Windows 7, supporto esteso fino a tre anni con ESU. In alternativa è possibile proseguire con l’utilizzo di Windows 7 percorrendo altre strade, come spiegato nell’approfondimento Windows 7, fine del supporto a inizio 2020: cosa fare.
La Free Software Foundation (FSF), organizzazione nata a metà degli anni ’80 sotto la spinta di Richard Stallman con lo scopo di diffondere e difendere il concetto di software libero, ha formalmente chiesto a Microsoft di rilasciare il codice sorgente di Windows 7.
Visto l’impegno profuso da Microsoft nel corso degli ultimi anni sullo sviluppo di progetti opensource e la mano tesa al movimento del software libero, di recente lo stesso Stallman ha accettato un invito nel “quartier generale” dell’azienda di Redmond e ha portato con sé alcune proposte: Richard Stallman va nella sede di Microsoft e porta 10 suggerimenti.
Con l’ultima richiesta avanzata da Stallman si auspicava il rilascio di Windows sotto forma di prodotto opensource e software libero, sotto licenza GNU GPL.
In tanti hanno sorriso di fronte a una simile richiesta considerandola irrealizzabile ma adesso FSF ci riprova e dà il via alla petizione “Upcycle Windows 7”.
“Il 14 gennaio 2020 Windows 7 ha raggiunto la sua fine vita ufficiale. (…) Chiediamo a Microsoft di rilasciare il sistema operativo come software libero e di consegnarlo alla comunità al fine di studiare il codice e migliorarlo“, si legge nella pagina allestita dalla FSF. “Poiché esistono già dei precedenti che hanno portato al rilascio di alcune utilità di base Windows come software liberi, Microsoft non ha nulla da perdere mettendo a disposizione della comunità una versione del suo sistema operativo ormai superata“.
Vista la popolarità di Windows 7 il sistema operativo, sempre secondo FSF, non può e non deve essere mandato in pensione. La fondazione ritiene che la comunità possa ancora far crescere Windows 7 in modo che possano scegliere, senza essere semplicemente costretti a passare alla versione di Windows più recente.
Nonostante il testo della petizione sia conciso, non sono poche le “frecciatine” che vengono indirizzate nei confronti di Microsoft. La società guidata oggi da Satya Nadella viene accusata di non rispettare la privacy degli utenti: “vogliamo maggiori prove del fatto che si rispettano davvero gli utenti e i loro diritti; che non si utilizzino questi concetti solo per finalità di marketing“.
È quasi ovvio che siano gli stessi promotori della petizione FSF ad essere consapevoli che il rilascio del codice di Windows 7 è destinato a restare una pia illusione. L’obiettivo però è ancora una volta quello di fare rumore e attirare l’attenzione.
Anche perché il codice che Windows 10 utilizza è per buona parte ereditato dai precedenti sistemi operativi e ampio è il numero di brevetti legati al codice originale di Windows – alcuni di proprietà di Microsoft, altri no – che potrebbero impedire la pubblicazione del sistema operativo come software libero. Anche se Microsoft lo volesse.
Ricordiamo che per i possessori di una regolare licenza d’uso di Windows 7, l’aggiornamento a Windows 10 rimane gratuito: Windows 10 gratis si può, ecco come fare.
Non solo. È possibile usare il Product Key di Windows 7 per installare da zero l’ultima versione di Windows 10.