Secondo in molti, le ricerche online tramite Google si sono deteriorate nel corso degli ultimi anni.
Il noto motore di ricerca, con l’introduzione sempre più massiccia di pubblicità, avrebbe lasciato da parte la qualità dei risultati per fare spazio ai clienti paganti, pronti a sborsare cifre sempre più elevate per conquistare visibilità. C’è chi aveva predetto tutto ciò con quasi 20 anni d’anticipo.
Per i fondatori del colosso tecnologico, ovvero Sergey Brin e Larry Page, era già evidente nel 2006 ciò che sarebbe poi accaduto negli anni successivi. In un documento dell’epoca, infatti, Brin parlava della pubblicità come modello di business predominante per i motori di ricerca. Per il co-fondatore di Google, gli engine che si finanziano con la pubblicità avrebbero ben presto creato uno sbilanciamento tra inserzionisti e necessità dei comuni consumatori.
Se ciò oggi appare scontato, questa previsione è stata impressionante per le sue tempistiche: basti pensare che Chrome è stato rilasciato solo nel 2008 e come Google fosse ancora una piattaforma limitata rispetto a oggi.
Sergey Brin e Larry Page: nel 2006 già evidente come le pubblicità avrebbero “inquinato” i motori di ricerca
Anche Larry Page, all’epoca, ha espresso opinioni molto interessanti se valutate oggi.
Parlando in generale dei motori di ricerca, infatti, lo stesso dichiarava come “Gli introiti pubblicitari spesso forniscono un incentivo a fornire risultati di ricerca di scarsa qualità“. Secondo Page, nonostante vi possano essere inserzionisti che offrono realmente un prodotto o un servizio di qualità, per la legge dei grandi numeri l’engine va per forza a proporre alcuni contenuti poco validi rispetto ad altri che sarebbero più meritevoli nel contesto di una visibilità organica.
Già all’epoca, dunque, Page criticava il business in cui veniva venduto il “Diritto di apparire in cima ai motori di ricerca“. Si tratta di un meccanismo pericoloso, difficile da bilanciare. Se Google (o qualunque altro motore di ricerca alternativo) si sbilancia troppo, rischia di perdere utenza. La trasparenza e la proposizione di contenuti di reale valore, sono invece fattori che consentono di mantenere consumatori.
I risultati sponsorizzati, poi, non sono l’unico fattore a minare la qualità dei risultati proposti da Google. Con gli anni, infatti, pratiche sempre più spinte per quanto riguarda la SEO (Search Engine Optimization), oltre ad alcuni problemi legati alla sicurezza informatica, hanno reso ancora meno fruibili i risultati delle ricerche.