Windows: le cose che gli utenti di lunga data devono sapere

Alcune cose che chi utilizza Windows deve conoscere: un articolo continuamente aggiornato per usare senza problemi il sistema operativo Microsoft.

Ci sono alcuni aspetti legati alla gestione e alla configurazione di Windows che gli utenti storici del sistema operativo Microsoft non possono non conoscere. Di seguito proviamo a riassumere quelli che secondo noi sono alcuni aspetti imprescindibili per chi utilizza Windows.

Creazione di account locali e utilizzo delle password

Con il lancio di Windows 10 e Windows 11 l’azienda di Redmond cerca di spostare quanti più utenti possibile sull’utilizzo di account Microsoft che hanno sicuramente dei vantaggi ma che sono meno adatti, ad esempio, quando si deve accedere a cartelle condivise in rete locale.

Innanzi tutto va detto che durante l’installazione di Windows è possibile creare un account locale. Per evitare di dover impostare tre domande di sicurezza basta premere Invio al momento della richiesta dell’impostazione di una password per l’account locale.

Non bisogna però ricordarsi di impostare una password per l’account locale una volta conclusa l’installazione di Windows: basta accedere con tale account, digitare cmd, selezionare Esegui come amministratore, nella casella di ricerca quindi scrivere quanto segue:

whoami
net user nome-utente password

Al posto di nome-utente va indicato il nome utente letto con il primo comando mentre al posto di password va specificata la password da usare a protezione dell’account.

Le password vanno sempre utilizzate anche perché se si decidesse di condividere una cartella in rete locale non si potrà accedere alla risorse usando account utente sprovvisti di password.

Anziché seguire la procedura guidata di Windows (Gestisci il tuo account, Famiglia e altri utenti, Aggiungi un altro utente a questo PC) per la creazione di nuovi account locali si può semplicemente aprire il prompt dei comandi con i diritti di amministratore e digitare quanto segue:

net user nome-utente password /add
net localgroup administrators nome-utente /add

Il secondo comando si può omettere nel caso in cui si voglia creare un account locale sprovvisto dei diritti di amministratore.

In un altro articolo abbiamo visto come cancellare gli account Windows.
Per eliminare le cartelle residue degli account ormai cancellati si può premere Windows+R, scegliere Avanzate, selezionare Impostazioni in corrispondenza del riquadro Profili utente quindi eliminare gli account sconosciuti o quelli facenti riferimento ad account ormai rimossi. In questo modo si può recuperare spazio prezioso su disco.

In caso di password dimenticate abbiamo visto come risolvere in Windows 10 e in Windows 11.

Disattivare le domande di sicurezza

Chi è abituato a creare nuovi account di Windows potrebbe essere infastidito dalle domande di sicurezza. che Windows 10 e Windows 11 chiedono di impostare. Per evitarne l’impostazione basta eseguire il comando seguente da una finestra del prompt dei comandi o di PowerShell aperta con i diritti di amministratore:

reg add HKLM\SOFTWARE\Policies\Microsoft\Windows\System /v NoLocalPasswordResetQuestions /t REG_DWORD /d 1 /f

Esecuzione automatica dei programmi e servizi di sistema

Premendo CTRL+MAIUSC+ESC per aprire il Task Manager nelle più recenti versioni di Windows, cliccando su Più dettagli quindi su Avvio è possibile ottenere la lista delle applicazioni che vengono caricate a ogni caricamento di Windows.

La lista mostrata nel Task Manager non è omnicomprensiva tanto che in un altro articolo abbiamo visto quali sezioni del sistema operativo vengono usate per l’esecuzione automatica dei programmi Windows.
Autoruns è uno strumento essenziale per capire quali programmi vengono caricati ma anch’esso ha un’importante “zona d’ombra”. Autoruns non si accorge di tutte le applicazioni in esecuzione automatica perché molte di quelle installate attraverso il Microsoft Store usano chiavi del registro di sistema “non-standard”: in alcuni casi è possibile bloccarne l’avvio automatico dalla scheda Avvio del Task Manager, in altri servirà un po’ di lavoro addizionale come spiegato nell’articolo.

Oltre alle app è importante verificare i servizi caricati all’avvio di Windows: non soltanto i programmi di terze parti eseguiti al caricamento del sistema operativo possono rallentare Windows ma anche i servizi.
Premendo Windows+R quindi digitando services.msc è possibile ottenere l’elenco completo dei servizi in uso in Windows. Il problema è che non viene indicato quali appartengono al sistema operativo e sono sviluppati da Microsoft, quali invece sono riconducibili ad altri programmi.

Eseguendo Autoruns, cliccando sulla scheda Services quindi scegliendo Options, Hide Microsoft Entries si può ottenere l’elenco completo dei servizi di terze parti in uso sul sistema.

Senza neppure ricorrere ad Autoruns si può premere Windows+R quindi digitare msconfig.
Accedendo alla scheda Servizi quindi spuntando Nascondi tutti i servizi Microsoft si ottiene la lista dei servizi non ricollegabili al funzionamento del sistema operativo ma installati da altre applicazioni.

Riavviare il sistema nel BIOS UEFI o accedere al menu avanzato al boot di Windows

Il comando shutdown /r /f /t 0 utilizzato al prompt dei comandi oppure da una finestra PowerShell permette di riavviare istantaneamente il PC.
Lo stesso comando può essere digitato premendo Windows+R senza neppure aprire PowerShell o il prompt dei comandi.

Due comandi meno conosciuti permettono però di accedere direttamente al menu di avvio avanzato di Windows (shutdown /r /o /f /t 0) e di entrare nel BIOS UEFI del PC (shutdown /r /fw /f /t 0).
L’ultimo comando richiedere però i diritti amministrativi: premendo Windows+R, digitando shutdown /r /fw /f /t 0 e premendo Invio non succederà nulla. Anziché Invio bisognerà premere CTRL+MAIUSC+INVIO.

Bloccare il sistema quando ci si allontana

Per evitare che altri utenti possano accedere al PC quando ci si allontana temporaneamente dalla propria postazione è bene verificare di usare un account protetto da password.

Va comunque tenuto presente che gli account amministratori hanno comunque titolo per accedere al contenuto delle cartelle di tutti gli altri utenti. Inoltre esiste anche un trucco per ripristinare una sessione di lavoro altrui (sempre utilizzando un account dotato di privilegi amministrativi).
Il “giochetto” non funziona premendo Windows+D per passare al desktop di Windows quindi ALT+F4 e infine selezionando Esci.

Per bloccare il sistema e ripristinare la sessione di lavoro è sufficiente premere la combinazione di tasti Windows+L.

Suggeriamo però di premere anche Windows+R, digitare control desk.cpl,screensaver,@screensaver e spuntare la casella Al ripristino, torna alla schermata di accesso. In questo modo si dovrà sempre digitare la propria password per ripristinare la sessione di lavoro.

Bloccare Windows quando il sistema è inutilizzato è importante, soprattutto negli ambienti frequentati da molte persone. Ovviamente l’utilizzo di BitLocker o soluzioni simili permette di evitare che qualcuno, usando un semplice supporto di boot (anche il supporto d’installazione di Windows) possa accedere al contenuto del PC senza conoscere alcuna password.

Condividere cartelle in rete locale

Per rendere più facile l’identificazione di un PC all’interno della rete locale è sempre bene premere Windows+R, scrivere sysdm.cpl quindi cliccare su Cambia per assegnare un nome maggiormente esplicativo al computer in uso.

Soltanto Windows 11 in fase d’installazione chiede di specificare un nome per il PC che si sta configurando. Nel caso delle altre versioni di Windows si troverà come nome preimpostato qualcosa come DESKTOP– seguito da alcuni caratteri alfanumerici.

Affinché sia possibile condividere le cartelle in rete locale si deve inoltre verificare di aver scelto il profilo Privato per la connessione in uso: in un altro articolo vediamo le differenze tra rete pubblica e privata.

In tutte le versioni di Windows è necessario verificare che la condivisione di file e stampanti sia abilitata per il profilo Privato.
Per procedere si deve premere Windows+R, digitare control, cliccare su Icone piccole in corrispondenza di Visualizza per, sull’icona Centro connessioni di rete e condivisione e infine su Modifica impostazioni di condivisione avanzate.
In alternativa si può premere Windows+R quindi incollare control /name Microsoft.NetworkAndSharingCenter /page Advanced nella casella Apri.

Cliccando su Privato dovranno essere selezionate le opzioni/caselle Attiva individuazione rete e Attiva condivisione file e stampanti. Soltanto in questo modo il PC sarà visibile e raggiungibile dagli altri sistemi collegati in rete locale.

A questo punto sarà possibile condividere una o più cartelle alle quali si potrà accedere attraverso la rete locale usando le credenziali di un utente, presente sulla macchina che condivide il materiale, autorizzato a visualizzare e modificare.

In un altro articolo illustriamo i passaggi da seguire e le indicazioni per gestire le autorizzazioni per l’accesso alle cartelle condivise in Windows.

Affiancare più finestre in Windows

Spesso può essere necessario, specie con le diagonali dei monitor moderni sempre più generose, affiancare due o più finestre in Windows ad esempio per redigere un documento mentre si tiene d’occhio il contenuto di un’altra applicazione.

La funzionalità Drag to pin permette di dividere lo schermo in due semplicemente premendo i tasti Windows+freccia sinistra, Windows+freccia destra, Windows+freccia su, Windows+freccia giù.

Ne avevamo parlato nell’articolo in cui vediamo come dividere lo schermo in Windows e come affiancare più schede del browser.

In Windows 11 si può anche portare il puntatore del mouse sul pulsante che permette di ingrandire una finestra e scegliere la posizione in cui si vuole collocare la finestra correntemente aperta. La stessa operazione andrà effettuata per le altre finestre che si vogliono tenere aperte.

Padroneggiare la ricerca di Windows

Windows Search si è evoluta molto: in Windows 10 e in Windows 11 permette di individuare velocemente i file d’interesse non soltanto per nome o per tipologia ma anche sulla base del loro contenuto.
Sebbene molti preferiscano un programma di terze parti come Everything, se configurata bene la funzionalità di ricerca di Windows permette di trovare velocemente ciò che si sta cercando.

Ne parliamo nell’articolo in cui vediamo come funziona la ricerca di Windows.

Recuperare file e cartelle con le copie Shadow di Windows

Windows crea periodicamente una copia del contenuto delle cartelle memorizzate su disco.
Sebbene non sia possibile fare affidamento su di esse come strumento di backup dei dati si rivelano un valido supporto nei casi in cui non si riuscissero più a trovare dei file o si fossero applicate modifiche indesiderate su qualche documento.

Per controllare il contenuto delle copie shadow e recuperare file ripristinandone una versione utilizzata tempo addietro, è possibile utilizzare semplici comandi o tool “ad hoc”.
Li presentiamo tutti nel nostro articolo in cui spieghiamo come recuperare dati con le copie shadow.

Cartelle di sistema e variabili d’ambiente

Gli utenti Windows di vecchia data conoscono l’esistenza e le finalità delle variabili d’ambiente.
Premendo Windows+R quindi digitando %userprofile% si passerà rapidamente alla cartella contenente il profilo dell’utente correntemente in uso.
Utilizzando %programfiles%, %programfiles(x86)%, %appdata%, %localappdata%, %temp%, %programdata%, %systemroot% e così via si può passare rapidamente alle varie cartelle di sistema. L’uso delle variabili d’ambiente permette di creare script che funzionano su tutti i PC indipendentemente dalla configurazione delle varie cartelle.

Premendo sempre Windows+R quindi digitando la barra rovesciata ( \ ) si può però passare direttamente all’unità C:; scrivendo . al contenuto del profilo utente (equivale all’uso di %userprofile%); usando .. si accede alla cartella contenente tutti i profili degli utenti.

In un altro articolo parliamo dei comandi essenziali da usare nella finestra Esegui di Windows.

In un altro articolo presentiamo decine di trucchi e segreti per Windows che sono utilizzabili sia in Windows 10 che in Windows 11.

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