Quando si fa riferimento alle connessioni in fibra ottica la convinzione generale è quella di poter utilizzare soluzioni di connettività in grado di assicurare prestazioni di molto superiori a quelle ottenibili con le tradizionali ADSL e con buona parte dei collegamenti wireless. In molti casi è così ma è fondamentale non trascurare alcuni aspetti importanti.
Le prestazioni della connessione in fibra sono innanzi tutto direttamente influenzate dall’archiettura utilizzata. Le FTTH (Fiber-to-the-Home), in cui il cavo in fibra raggiunge fisicamente il modem router dell’utente finale, offrono ovviamente le prestazioni migliori e non sono soggette ai problemi di attenuazione del segnale e diafonia propri delle soluzioni “fibra misto-rame” (FTTC/FTTE) nelle quali un tratto più o meno lungo sfrutta ancora il vecchio doppino telefonico in rame sulla rete secondaria ovvero quella che collega l’abbonato con gli apparati DSLAM a livello di armadio stradale o di centrale.
Ne abbiamo parlato nell’articolo Come funziona FTTH. La fibra è davvero a 1 Gbps?.
Mentre per le FTTH gli operatori sfruttano lo standard GPON (Gigabit-capable Passive Optical Networks) con l’utilizzo di componenti in rete esclusivamente di tipo passivo (non necessitano di alimentazione), per le connessioni “fibra misto-rame” si usa la tecnologia di accesso VDSL2 (Very high speed Digital Subscriber Line 2). Quest’ultima permette di raggiungere velocità teoriche di 300 Mbps mentre con le attuali GPON si può arrivare, sulla carta, fino a 2.500 Mbps (in downstream).
Velocità fibra: gli aspetti da tenere in considerazione
La velocità della connessione potenzialmente ottenibile dipende quindi, come detto, dall’architettura utilizzata.
Sulle linee FTTC/FTTE basate su tecnologia VDSL2, in Italia vengono oggi usati due differenti profili di connessione che a loro volta indicano le massime velocità raggiungibili dalla connessione Internet:
– Profilo 35b: permette di arrivare fino a 300 Mbps in downstream e 100 in upstream anche se solitamente gli operatori pubblicizzano velocità di download fino a 200 Mbps e una velocità di upload fino a 20 Mbps. Ne parlavamo nell’articolo Cos’è il profilo 35b per la fibra ottica FTTC e come funziona.
Per utilizzarlo è necessario un apparato DSLAM lato operatore (nel caso della FTTC installato in un sopralzo collocato al di sopra di un armadio stradale e alimentato elettricamente) e un modem router compatibile lato utente.
– Profilo 17a: è il “profilo base” che permette teoricamente di toccare i 100 Mbps in downstream e i 50 in upstream. Commercialmente è venduta come connessione capace di portare la velocità di navigazione fino a 100/20 Mbps.
Purtroppo la velocità fibra nei casi in cui viene usato ancora il doppino in rame sulla rete secondaria è influenzata da parametri quali attenuazione e diafonia.
Il primo è legato alla distanza dell’apparato DSLAM dalla sede dell’utente finale e dalle condizioni in cui versa il doppino in rame; il secondo è un aspetto correlato con le interferenze generate dalle coppie in rame fisicamente vicine sulle quali transita il segnale di altri abbonati.
La velocità fibra quindi la banda effettivamente disponibile possono ridursi significativamente (anche del 50%) via a via che vengono attivate nuove connessioni VDSL2 sullo stesso armadio sul quale è attestata l’utenza oggetto di verifica.
Le interferenze dovute alla diafonia possono essere comunque largamente attenuate usando la tecnica del vectoring: ne avevamo parlato a suo tempo nell’articolo Da ADSL a fibra: cosa cambia e cosa significano VDSL e vectoring.
Purtroppo il vectoring non è stato utilizzato per tanto (troppo) tempo per via di una serie di impedimenti tecnici e, soprattutto, burocratici. L’attivazione del vectoring richiede la fattiva collaborazione di tutti gli operatori di telecomunicazioni, cosa che in passato ha complicato di molto le cose.
Da metà 2020, però, in ottemperanza alla delibera AGCOM 348/19/CONS, TIM sta procedendo all’attivazione del vectoring su molti apparati DSLAM tanto che, ad abilitazione effettuata, si dovrebbe immediatamente riscontrare la disponibilità di un quantitativo di banda decisamente più ampio anche con un semplice speed test: Speed test, verificare la velocità della connessione in modo rapido.
Nel caso delle connessioni FTTH non esistono diafonia e attenuazione ma è comunque bene non aspettarsi che la connessione vada a 1 Gbps in downstream perché i 2,5 Gbps in downstream offerti dallo standard GPON possono essere ripartiti fino a 64 volte per suddividere la banda disponibile tra i vari abbonati. Una suddivisione così “aggressiva” non viene fatta neppure nelle aree bianche dove i 2,5 Gbps vengono ripartiti con un fattore 16 fornendo fino a 150 Mbps in downstream per utente finale: vedere Come funziona FTTH. La fibra è davvero a 1 Gbps?.
Velocità fibra e i grafici HLog/QLN
Alcuni modem come quelli basati sul firmware “custom” OpenWRT oppure gli AVM Fritz!Box consentono di consultare i grafici HLog e QLN (Quiet Line Noise) che offrono informazioni preziose sulle prestazioni della connessione e la velocità della fibra.
I grafici HLog riportano l’andamento dell’attenuazione in base alla frequenza, i QLN danno indicazioni sul rumore di fondo rilevato sulla linea in uso.
Nei grafici HLog la presenza di oscillazioni rilevanti (maggiore di +/-10 dB) sulla curva decrescente (dalle frequenze più basse a quelle più elevate) è la cartina tornasole di problemi sul doppino in rame.
Se si dovessero rilevare dei “dossi” nel grafico HLog, si può ipotizzare la presenza di derivazioni sul cavo in rame che ha origine sull’armadio stradale e giunge al modem router dell’utente.
Porzioni del grafico HLog che invece di decrescere “salgono” possono evidenziare l’anomalo utilizzo di un solo filo del doppino (“falso contatto”): l’effetto si manifesta con palesi attenuazioni alle frequenze più basse.
Il grafico QLN può essere utile per valutare lato utente la presenza di diafonia sulla linea utilizzata. Di per sé, comunque, un grafico su QLN consentono di stimare il rumore di fondo: valori assoluti superiori a 120 dBm/Hz sono spia di rumore praticamente irrilevante o assente. Valori assoluti più bassi di 110 dBm/Hz esprimono un rumore di fondo elevato.