BitTorrent (BT) è un protocollo noto per essere utilizzato in alcuni famosi software per lo scambio di file in Rete. La sua struttura è considerabile come di tipo peer-to-peer anche se, in realtà, serve comunque un server per la fase di “aggancio” alla rete. L’architettura di BitTorrent è ormai ben collaudata: proposta nel 2002 dal programmatore Bram Cohen, essa mira ad ottimizzare in automatico il lavoro espletato dai vari sistemi connessi al network facendo in modo che i “nodi” che dispongono di più banda siano solerti ed efficienti nel “rilanciare” uno stesso file. Una volta ricevuta una porzione di un qualunque file, ciascun peer collegato alla rete BitTorrent inizierà ad inviarla agli altri peer i quali trasmetteranno le medesime informazioni verso altri client contribuendone alla diffusione a macchia d’olio.
Dal cilindro di BitTorrent è da poco uscito un software “stand alone” che sfrutta la medesima rete peer-to-peer per facilitare lo scambio di file tra un ristretto gruppo di utenti. Il software, che si chiama, semplicemente, Share, non pone alcun limite circa le dimensioni del file che si desiderano mettere “a fattor comune”: è quindi assolutamente permesso caricare e condividere elementi di notevoli dimensioni; qualunque sia l’ordine di grandezza in gioco, Share saprà gestire i file indicati dall’utente.
Le persone con le quali si desiderano scambiare file possono essere organizzate in gruppi (collaboratori, colleghi di lavoro, parenti, amici e così via) ed i contatti possono essere estrapolati anche da Facebook. Share è infatti un’applicazione che pare piuttosto vocata all’aspetto “social”: attraverso la sua interfaccia gli altri utenti coi quali si è messi in contatto possono commentare direttamente i file trasmessi.
Per utilizzare Share, è necessario prelevare questo file ed avviare la procedura d’installazione.
Verrà richiesto di specificare un indirizzo e-mail e, nel campo sottostante, di impostare una password (suggeriamo di accertarvi che essa sia sufficientemente lunga e complessa). Diversamente da quanto accade nel caso di altri servizi, la registrazione non sembra necessitare di una conferma via e-mail (non bisognerà cliccare su alcun link ricevuto via posta elettronica) e la password non deve essere ripetuta due volte.
Dopo aver inserito le informazioni richieste e fatto clic sul pulsante Signup, Share risulterà immediatamente operativo.
Un’apposita finestra, richiamabile anche cliccando su Select file(s), consentirà di selezionare i file da mettere in condivisione. Gli elementi da inviare possono essere selezionati utilizzando la classica finestra di dialogo oppure portati sull’interfaccia di Share con un’operazione di drag&drop.
Nel campo To è possibile inserire uno o più indirizzi e-mail degli utenti coi quali si desidera condividere il file mentre cliccando sull’icona di Facebook, previo login, si potranno scegliere i destinatari attingendo direttamente alle informazioni memorizzate sul proprio profilo attivato nel social network. Cliccando sul pulsante Share verrà avviata la condivisione:
I destinatari, da parte loro, riceveranno un messaggio di posta elettronica contenente un link utilizzando il quale potranno scaricare il file. L’operazione di download si può concretizzare in due modi: è possibile scaricare il file da web collegandosi con l’indirizzo riportato nell’e-mail (sito bittorrent.com
) oppure scaricare il client Share ed effettuare il login usando tale applicazione. In entrambi i casi, per avere accesso al file condiviso, si dovrà indicare l’indirizzo e-mail esatto sul cui account si è ricevuto il messaggio ““nomeutente” has shared “nomedocumento” with you” e specificare una password adeguatamente lunga e complessa.
Share è al momento ancora in fase di sviluppo: è quindi bene tener presente che il funzionamento dell’applicazione potrebbe essere ancora ben lungi dall’essere perfetta.
Ci sentiamo di concludere con una raccomandazione che dovrebbe essere estesa a tutti i servizi che poggiano il loro funzionamento su un’infrastruttura “in the cloud“: se quelli che si stanno condividendo sono file importanti, è bene sempre – in via cautelativa – proteggerne il contenuto. Un’idea, quindi, potrebbe essere quella di salvare i dati “sulla nuvola” in forma cifrata: in questo articolo, ad esempio, abbiamo spiegato come utilizzare il noto software TrueCrypt per creare un volume crittografato sui server di un cloud provider. Lo stesso concetto può essere applicato nel caso di BitTorrent Share.