Dopo le critiche che sono state ripetutamente mosse nei confronti di Ubuntu a proposito delle ultime release, quella appena rilasciata si pone in evidenza come una versione molto promettente, capace di svolgere addirittura un ruolo di cambiamento nell’intero ecosistema Linux.
Ubuntu 16.04 Xenial Xerus, innanzi tutto, è una distribuzione LTS (Long Term Support). Ciò significa che questa versione sarà supportata da Canonical, anche attraverso il rilascio di aggiornamenti, fino al mese di aprile 2021 (data di end-of-life).
Dopo dodici anni dalla presentazione della sua prima versione stabile (correva il 2004), Ubuntu si presenta con una release ampiamente rinnovata ed ottimizzata.
Le novità di Ubuntu 16.04 LTS: interventi sull’interfaccia
Finalmente, con l’arrivo di Ubuntu 16.04 LTS, il launcher di Unity – la barra normalmente visualizzata in verticale sulla sinistra dello schermo – può essere spostata nella zona inferiore, un po’ come la barra delle applicazioni di Windows.
Ci sono voluti ben sei anni perché venisse partorita una funzionalità simile. Adesso, però, grazie al lavoro svolto dal team Kylin di Ubuntu è possibile spostare il launcher nella parte inferiore dello schermo.
Per procedere, è sufficiente aprire la finestra del terminale (premere la combinazione di tasti CTRL+ALT+T
) quindi digitare il comando che segue:
Nel caso in cui, successivamente, si volesse riportare lo Unity Launcher nella posizione originaria, basterà digitare:
Effettuando una ricerca con la dash di Ubuntu, il sistema operativo cercherà le informazioni richieste – per impostazione predefinita – solamente sul computer locale e non avvalendosi anche di risorse online.
Addio all’Ubuntu Software Center
Con Ubuntu 16.04, la distribuzione Linux dice addio ad uno dei suoi componenti storici ma, allo stesso tempo, più controversi ossia l’Ubuntu Software Center.
A prendere il posto del vecchio Software Center, ritenuto lento, poco affidabile e non in grado di garantire un’esperienza d’uso all’altezza delle aspettative, è GNOME Software.
Il passaggio a GNOME Software è la prova evidente che Canonical si sta impegnando molto di più che in passato sulla comunità. Altro progetto sviluppato dalla comunità GNOME che è stato adottato in Ubuntu 16.04 è ad esempio il nuovo calendario, una app che consente agli utenti di programmare attività ed impegni lavorativi e personali.
In termini di interfaccia utente, Ubuntu 16.04 e Unity 7.4 offrono la migliore esperienza vista sino ad oggi.
I pulsanti per lo spegnimento ed il riavvio del sistema, ad esempio, sono adesso accessibili anche usando la dash Unity, le icone delle applicazioni compaiono nel launcher anche durante la fase di caricamento, le finestre dei programmi aperti possono essere impostate in maniera tale da restare sempre in primo piano (basta cliccare col tasto destro sulla barra del titolo e scegliere Sempre in primo piano).
Altre modifiche minori riguardano la possibilità di richiamare le unità di memorizzazione esterne premendo il tasto ALT seguito da un tasto numerico (scorciatoia simile alla pressione del tasto logo Windows più un numero; in questo caso il risultato è l’avvio delle varie applicazioni presenti nel launcher).
Gestione dei pacchetti basata su Snappy
Una delle novità più importanti è l’introduzione di Snappy, un sistema di gestione dei pacchetti software che, potenzialmente, può rivoluzionare l’intero panorama Linux.
Di solito gli aggiornamenti software vengono infatti distribuiti usando diverse strutture. Le più comuni sono Fixed release e Rolling release.
La prima abbraccia gli aggiornamenti corrispondenti alle “versioni stabili” delle applicazioni mentre alla seconda categoria fanno capo quegli aggiornamenti che vengono distribuiti “non appena pronti”, quindi con la presenza di qualche bug.
Nel caso delle Fixed releases il rischio è, talvolta, quello di restare per troppo tempo con una vecchia versione di un’applicazione mentre con l’installazione delle Rolling releases si può rischiare l’utilizzo di versioni inaffidabili dei programmi.
Snappy permette di fare leva sui vantaggi di ciascuno dei due approcci: lo sviluppatore può rilasciare l’ultima versione di una sua applicazione in forma di snap, nella sua veste più recente, mentre l’utente può evitare di dover cercare in altri lidi un programma o un aggiornamento che non sono disponibili nel repository di default di Ubuntu.
Le immagini snap funzionano su qualunque distribuzione di Ubuntu (successiva alla 16.04) che le supporti e permettono di ripristinare la precedente versione di un’applicazione in un solo clic.
Su piattaforma desktop Snappy è ancora suscettibile di modifiche ma il terreno è stato ormai preparato. Canonical potrebbe quindi, nel prossimo futuro, presentare una sorta di “Snap store” presumibilmente collegato al gestore di pacchetti GNOME Software e ad esso integrato.
Il file system ZFS al debutto in Ubuntu 16.04
Ubuntu 16.04 supporta di default, sebbene non sia abilitato in modo predefinito, anche il file system ZFS. Originariamente concepito da Sun Microsystems, il file system ZFS può essere distribuito su file unità fisiche così da formare quello che viene chiamato un pool. All’interno di ciascun pool, si ha la possibilità di creare vari dataset: ogni dataset corrisponde più o meno al concetto di “cartella”.
ZFS è un file system a 128 bit: può quindi fornire uno spazio di 16 miliardi di miliardi di volte la capacità dei file system a 64 bit. I limiti del ZFS sono talmente “ampi” da non essere mai raggiunti in una qualunque operazione pratica.
La maggior parte degli utenti non dovrebbe avere la necessità di passare al file system ZFS ma se i dati da salvare e gestire fossero davvero molti, si può valutare l’adozione di questa soluzione mettendo in piedi un pool di storage virtuali.
I pool, infatti, poggiano sull’utilizzo di uno o più device virtuali (vdevs) ed ognuno di essi può riferimento ad un device fisico, ad un mirror (RAID 1; vedere Evitare perdite di dati: come configurare RAID) di uno o più device, oppure ad un gruppo di device RAID Z.
– Download gratuito (versione a 32 o 64 bit)
Licenza: software libero (prevalentemente licenza GNU GPL)