Telecamera spia: come riconoscerne la presenza

Sempre più locatari di appartamenti di ogni genere stanno segnalando la scoperta di telecamere spia all'interno dei locali. Si tratta di videocamere per la sorveglianza non segnalate.

Nessuno di noi, probabilmente, vorrebbe trasformarsi in un detective ma tutti, di certo, siamo ad esigere la massima privacy nelle stanze di albergo o negli ambienti affittati per periodi più o meno lunghi, sia per lavoro che per svago.

Non si contano le segnalazioni di ospiti che hanno acquistato un soggiorno su Airbnb e che hanno scoperto la presenza di dispositivi di videosorveglianza in una o più stanze, talvolta anche in bagno o in camera da letto. Una delle ultime segnalazioni è quella di cui ha parlato Sophos in questo post.

Alcuni proprietari di abitazioni spesso installano dispositivi di videosorveglianza per controllare che gli ospiti non provochino danni durante la loro permanenza. Sono tanti i casi di host Airbnb che hanno denunciato danneggiamenti nelle loro proprietà, talvolta anche importanti, oppure subaffitti non consentiti.

Rispetto a questo tipo di comportamenti Airbnb non tollera deroghe: a questo indirizzo viene spiegato che nel caso in cui un host, ovvero il proprietario di un locale che decide di metterlo a disposizione di terzi attraverso il sito, decida di installare una o più videocamere di sorveglianza dovrà chiaramente “indicarne la presenza nelle Regole della casa, specificando inoltre se vengono effettuate delle registrazioni“.
Sarà l’ospite a decidere liberamente se accettare o meno la presenza di detti dispositivi che, in ogni caso, non potranno mai essere installati in ambienti “sensibili” come la zona notte o i bagni.

Si moltiplicano però i casi di locatari che scoprono la presenza di telecamere spia non dichiarate.
Nella maggior parte dei casi possono essere nascoste sotto forma di caricabatterie (di dimensioni leggermente più grandi rispetto a quello di un iPhone; su eBay ce ne sono tantissimi a catalogo), installate come rivelatori di fumo fasulli oppure addirittura come orologi digitali. Basta comunque cercare spy camera o spy cam sui principali siti di e-commerce per trovarsi dinanzi a una nutrita schiera di dispositivi che fungono da telecamere spia.

Quando si parla di situazioni come quelle descritte va sempre tenuto presente il possibile avversario: di solito si tratta di individui che utilizzando mini telecamere spia collegate via WiFi con il router. Almeno in tutti i casi di cui abbiamo contezza, gli host non soltanto avevano collegato le videocamere al router ma avevano condiviso la password per l’accesso alla rete locale con gli ospiti.

Senza creare una separazione tra la rete WiFi principale e la rete wireless messa a disposizione degli ospiti, è facile verificare tutti i dispositivi collegati. In molti, infatti, non creano una rete guest sul router (vedere l’articolo Router, le operazioni da fare per renderlo sicuro al punto 8) separando le connessioni degli ospiti dai dispositivi attestati sulla rete WiFi principale.

In questo modo se si dispone di un PC e si installa un software come Nmap è possibile effettuare una scansione della rete locale alla ricerca di qualche dispositivo sospetto. Ad esempio, digitando quanto segue in Nmap (o in Zenmap, versione dell’utilità dotata di interfaccia grafica), si può ottenere la lista dei dispositivi che utilizzano un qualche componente server:

nmap -Ap 80,8000,8080,443,8443,7443,7070,7000,22,23,21 192.168.1.1/24

Al posto di 192.168.1.1 va indicato l’indirizzo IP del router. Per scoprirlo da un terminale Windows basta digitare ipconfig /all al prompt dei comandi e leggere quanto riportato accanto alla voce Gateway predefinito.
Da un terminale Linux basta invece digitare ip route show default e premere Invio (lo si può fare anche da dispositivi Android installando un emulatore terminale). Se l’output fosse nella forma 192.168.1.0/24 con ogni probabilità l’IP del router sarà 192.168.1.1; se fosse 192.168.0.0/24 sarà 192.168.0.1 e così via.

Utilizzando le indicazioni riportate nell’articolo Nmap, cos’è e come funziona il re dei port scanner, si può addirittura ottenere una mappa della rete con tutte le caratteristiche (compreso il sistema operativo utilizzato) dei vari dispositivi connessi.


In alternativa, da un dispositivo mobile Android, si può ricorrere all’ottimo Fing, un’applicazione che permette anch’essa di effettuare una scansione completa della rete locale.

Toccando il pulsante in alto a destra in Fing si può avviare la scansione della rete: dopo pochi secondi si otterrà la lista dei dispositivi connessi alla LAN, via WiFi e cavo Ethernet, nonché tipologia e nome.

Esaminando i risultati forniti da Nmap/Zenmap e da Fing, è immediato accorgersi della presenza di una telecamera spia collegata alla rete locale. Anzi, nella maggior parte dei casi ci si potrà addirittura connettere al suo pannello di amministrazione digitandone il corrispondente IP privato nella barra degli indirizzi del browser.

Se si conoscesse solo la password della WiFi guest ma il router fosse fisicamente accessibile, si può tentare un collegamento via cavo Ethernet usando le password di default (che spesso non vengono cambiate) oppure servirsi del pulsante WPS per autorizzare un proprio dispositivo a connettersi alla rete wireless principale: Pulsante WPS, come funziona e quanto è sicuro.

Può risultare utile anche una scansione delle porte sul router visibili dall’IP pubblico: quest’operazione può fornire ulteriori indizi sul fatto che la videocamera o le videocamere siano accessibili e gestite anche dall’esterno. Per procedere è possibile seguire i consigli illustrati nell’articolo Router, le operazioni da fare per renderlo sicuro al punto 6). Ci si può anche collegare sull’IP pubblico digitando come porta quella indicata come aperta (esempio: si può digitare, nella barra degli indirizzi del browser, IP_PUBBLICO:PORTA_APERTA).
Nel caso in cui l’host avesse utilizzato una videocamera che si appoggia a un servizio cloud, tuttavia, nessuna porta potrebbe apparire aperta sull’IP pubblico assegnato al router.

Da tenere presente comunque che oggi esistono anche oggetti come questo, economici e sicuramente molto più difficili da individuare anche se devono essere necessariamente collegati a un dispositivo che registra o comunque elabora le immagini (notare la presenza del cavo RCA).

Nel caso in cui doveste rilevare la presenza di una microcamera spia o di altri dispositivi simili in ambienti in cui non dovrebbero esserci telecamere per la videosorveglianza, suggeriamo di:

1) Scattare una foto al dispositivo da utilizzare successivamente come prova.
2) Scattare più foto dell’appartamento in cui si evinca chiaramente anche la posizione della telecamere spia.
3) Segnalare il rinvenimento delle telecamere nascoste alle forze di polizia.
4) Nel caso in cui si fosse prenotato l’alloggio su Airbnb o su servizi similari informare i gestori della piattaforma contattando il servizio clienti. Vi potrà essere richiesto di inviare qualche supporto fotografico (vedere precedenti punti 1) e 2).

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