Disporre di un server NAS in ufficio o in azienda aiuta ad allontanare buona parte dei rischi di perdite di dati.
La configurazione di più dischi in modalità RAID consente di creare copie accessorie di qualunque file su più unità contemporaneamente e in tempo reale. Se un hard disk dovesse cessare di funzionare si potrà semplicemente sostituirlo rimuovendolo da uno dei vani del NAS e inserendo un nuovo supporto di memorizzazione.
Senza quindi sperimentare alcun downtime sarà possibile ripristinare i dati facendo leva sulle copie conservate negli altri hard disk inseriti all’interno del dispositivo NAS.
È però importante non guardare a un NAS come alla “soluzione definitiva”: l’installazione di un dispositivo del genere non può proteggere, per esempio, da danni, furto o altri disastri che coinvolgano proprio il NAS in sé.
La “regola 3-2-1” suggerisce di conservare almeno tre copie dei dati: su almeno due dispositivi, con almeno una copia offsite ovvero creata in un luogo sicuro lontano dalla rete alla quale si riferiscono i backup che sono stati creati.
La nuova soluzione Synology C2 con Hybrid Share: cos’è e come funziona
Per “chiudere il cerchio” Synology ha presentato Hybrid Share, un’intelligente, efficace ed efficiente soluzione per la memorizzazione sicura dei dati che si appoggia al cloud C2 Storage.
Come parte integrante della nuova versione di DiskStation Manager (DSM7), il sistema operativo sul quale poggiano il loro funzionamento tutti i NAS Synology, è stata introdotta la funzionalità Hybrid Share che ad esempio permette di condividere risorse caricate sul servizio cloud C2 tra più filiali della stessa azienda: basta configurare l’accesso alle stesse cartelle condivise sul cloud e il gioco è fatto.
Le cartelle cloud condivise con Hybrid Share appariranno come cartelle locali, fisicamente memorizzate sui dischi del NAS, e risulteranno accessibili alla massima velocità possibile indipendentemente dalla connessione di rete e dalla banda impegnata.
I tecnici di Synology hanno infatti legato Hybrid Share a un meccanismo di cache locale, attivo sul NAS, che si occupa di memorizzare i file più frequentemente utilizzati dagli utenti. In questo modo sui server remoti di Synology C2 si potranno occupare diversi terabyte di spazio ma in locale il sistema Hybrid Share manterrà conservata soltanto una porzione di quei dati ovvero solamente quelli che vengono richiesti e modificati più di frequente.
Supponendo di aver caricato da più sedi della stessa azienda circa 20 TB di dati su Synology C2, installando i NAS nelle varie filiali questi non scaricheranno automaticamente tutti i dati ma si limiteranno a inserire nella cache locale solo quelli utilizzati più spesso.
L’intero processo di scambio dati tra i server Synology e i NAS installati presso le sedi degli utenti sfruttano la crittografia end-to-end e l’algoritmo AES-256 in maniera tale che nessun malintenzionato, eventualmente postosi lungo il tragitto compiuto dai pacchetti dati, possa monitorarli, leggerli, modificarli o danneggiarli.
Con Hybrid Share non sembrerà neppure di utilizzare una soluzione di storage cloud perché l’accesso alla maggior parte dei file risulterà istantaneo proprio grazie all’utilizzo della cache locale.
Si tratta inoltre di una soluzione molto versatile perché lo spazio disponibile sul cloud e accessibili dai vari NAS utilizzati in azienda può essere ampliato su richiesta in qualunque momento.
Sul sito di Synology si può consultare la lista dei NAS compatibili con Hybrid Share tenendo presente comunque che l’aggiornamento a DSM7 è requisito essenziale per utilizzare la nuova funzionalità.
Nel nostro caso abbiamo utilizzato il NAS Synology DS920+ dispositivo che offre quattro vani e due slot SSD M.2 integrati: la tecnologia Synology SSD Cache permette di utilizzare proprio le unità a stato solido per migliorare le prestazioni del sistema. Gli SSD M.2 in formato 2280 consentono di godere di un meccanismo di caching avanzato che consente di migliorare fino a 20 volte il valore di I/O senza effettuare alcun accesso sugli hard disk inseriti nei vani frontali.
Il DS920+, come altri NAS Synology, è scalabile (in questo caso fino a 9 unità) servendosi dell’espansione DX517.
Come configurare Synology Hybrid Share sul NAS
Per accedere al contenuto di C2 Storage da uno dei NAS Synology che si utilizzano (verificare la compatibilità con DSM7 e Hybrid Share nelle specifiche) basta infatti portarsi nel Pannello di controllo, fare clic su Cartella condivisa quindi su Crea, Montare la cartella Hybrid Share.
Cliccando su Avvio si apre la procedura guidata che consente di configurare l’accesso alle risorse caricate sul cloud C2 Storage di Synology.
Il primo passo consiste nell’autorizzare il NAS ad accedere allo spazio cloud C2. Viene quindi chiesto di specificare la password per la cifratura dei dati che sarà conservata in locale senza mai condividerla con Synology o con altri soggetti.
Si tratta di un aspetto importante che merita di essere posto in evidenza: è il NAS a crittografare in locale i dati degli utenti prima di caricarli sul cloud.
In questo modo nessuna informazione lascerà mai la propria infrastruttura di rete prima di essere adeguatamente protetta grazie alla crittografia.
La chiave crittografica specificata nella schermata Configurare la crittografia per la cartella Hybrid Share dovrà quindi essere conservata con la massima attenzione e in un luogo sicuro inaccessibile a soggetti non autorizzati.
Il NAS Synology permetterà di salvare in locale la chiave crittografica impostata sotto forma di file .key
.
Al passaggio successivo sarà richiesto soltanto di impostare un nome per la cartella Hybrid Share condivisa e definire lo spazio da riservare ad essa sulla piattaforma cloud C2.
Dopo aver definito quali tra gli account locali hanno il diritto di accedere alla cartella Hybrid Share e con quali privilegi, il contenuto di tale risorsa – seppur gestita sul cloud C2 di Synology – risulterà immediatamente accessibile dal NAS e dai dispositivi client collegati alla rete locale così come qualunque altra cartella condivisa.
Per utilizzare i file condivisi con Hybrid Share ci si può servire degli strumenti integrati nei vari sistemi operativi (ad esempio Windows, macOS e Linux) oppure dell’applicazione File Station integrata nell’interfaccia di DSM7.
In più è possibile usare Hybrid Share Download Tool per Windows, macOS e Linux.
Principali vantaggi di Synology Hybrid Share
- Versatilità e flessibilità. Creando una cartella condivisa Hybrid Share si ha la possibilità di rendere accessibili importanti volumi di dati da parte di un NAS Synology che funge da “intermediario” tra il servizio di storage cloud e i client collegati all’infrastruttura di rete.
- Possibilità di allestire un’infrastruttura distribuita tra più sedi. Utilizzando più NAS Synology dislocati in più sedi diverse della stessa impresa si può, grazie proprio ad Hybrid Share, accedere alle informazioni condivise attraverso il cloud C2 e solo a quelle che interessano ogni filiale e ciascun collaboratore.
- Performance e caching. Le informazioni scambiate tra i NAS Synology e Hybrid Share consentono di creare una cache di file locale contenente le risorse che l’azienda (o ciascuna sua filiale) utilizza di più. In questo modo i file più frequentemente modificati saranno accessibili in modo istantaneo utilizzando la copia conservata in locale nella cache.
- Accesso ai dati anche in modalità offline. Grazie al solido sistema di caching di Hybrid Share buona parte dei file più spesso utilizzati in azienda continueranno a risultare accessibili anche in assenza della connessione di rete.
Quando la connessione tornerà disponibile Hybrid Share provvederà alla corretta sincronizzazione dei dati. - Ampio supporto per i protocolli di condivisione file. Hybrid Share consente l’utilizzo di vari protocolli per la condivisione dei file: SMB/CIFS, AFP, NFS, FTP e WebDAV. La maggior parte delle applicazioni presenti sul NAS Synology o installabili su richiesta sono in grado di accedere e interagire con i file memorizzati su Hybrid Share.
Per utilizzare al meglio Hybrid Share, soprattutto se il professionista o l’azienda muovessero quotidianamente volumi di dati importanti, è fondamentale disporre di un collegamento a banda ultralarga che offra almeno 30 Mbps di banda anche in upload. Disporre di 30 Mbps in upload significa poter trasferire i dati verso Synology C2 al ritmo di 3,75 MB/s: ovviamente la banda disponibile sarà condivisa e suddivisa tra tutti i sistemi collegati alla rete locale.
Non è quindi strettamente necessario disporre di una connessione in fibra FTTH (Fiber-to-the-Home) ma le prestazioni migliori saranno ottenibili in fase di trasferimento dati proprio con queste ultime.
Nel caso in cui si notassero rallentamenti sulla rete dovuti agli upload effettuati dal NAS è possibile accedere al pannello di controllo di DSM7, fare clic su Rete nella colonna di sinistra e selezionare la scheda Controllo traffico.
Cliccando su Crea si può specificare la banda garantita e la banda massima (in KB/s) sulla quale può contare il NAS.
Lo spazio cloud disponibile su C2 può essere utilizzato anche con Hyper Backup, altra soluzione di primo piano di casa Synology.
Essa consente di configurare backup multipli e multiversione su NAS locali e remoti, su servizi cloud pubblici come Azure, Drive, Dropbox e simili oltre che appunto su C2.
Per maggiori informazioni suggeriamo di fare riferimento a quanto pubblicato da Synology in queste pagine.