La scheda grafica è uno dei componenti più importanti di qualunque PC, sia esso un desktop o un notebook ma, ovviamente, il suo peso sarà differente se si prevede di usare la macchina solo per funzionalità di ufficio oppure per gli aspetti multimediali rispetto alle esigenze derivanti da attività di rendering 3D e gaming.
Nel nostro articolo Scheda video, come sceglierla con una breve guida alle sue caratteristiche abbiamo condiviso con voi una serie di suggerimenti per selezionare la scheda grafica migliore per le proprie necessità e in forza del budget disponibile.
A compendio di quell’articolo, indichiamo alcuni aspetti che non si dovrebbero mai porre in essere quando si ha a che fare con una scheda video.
1) Utilizzare la scheda grafica su slot “obsoleti” che ne limitano le reali potenzialità
Non sono pochi gli utenti che trascurano le specificità tecniche degli slot PCIe ai quali vengono collegate le schede video. Nei nostri articoli abbiamo spesso parlato delle varie differenze tra interfaccia PCIe 3.0 e 2.0; di recente, inoltre, ci siamo soffermati su PCIe 4.0 concentrandoci soprattutto sulle prestazioni e sulla compatibilità con le nuove soluzioni di storage: SSD PCIe 4.0: quali le differenze rispetto ai precedenti modelli.
Installare una scheda video PCIe 3.0 in un vecchio slot PCIe 2.0 è un grave errore perché non se ne sfrutteranno al massimo le potenzialità, soprattutto quando si utilizzano soluzioni top di gamma come, ad esempio, una RTX 2080 Super. Una scheda simile, connessa con uno slot PCIe 2.0 x4 – senza quindi ricorrere a uno slot PCIe 3.0 x16 -, può esprimere il 25% in meno di prestazioni a 1080p, il 23% in meno a 1440p e oltre il 16% in meno usando risoluzioni 2160p.
L’utilizzo di una scheda grafica di nuova generazione con un connettore PCIe “obsoleto” provoca una perdita in termini di performance: in alcuni casi, soprattutto con le schede grafiche più economiche, le differenze possono essere relativamente ridotte ma non cambia il fatto che non si sta sfruttando appieno un componente hardware “di peso” come la scheda grafica.
2) Installare la scheda grafica in un’area ristretta e non effettuarne la manutenzione periodica
Ogni componente hardware di un PC genera una certa quantità di calore dovuto al funzionamento. Per questo è necessario prevedere un sistema di dissipazione del calore che impedisca il raggiungimento di temperature elevate e, di conseguenza, danni irreversibili.
Nelle schede grafiche è normale trovare una combinazione di elementi passivi e attivi, cioè elementi costituiti da ventole in movimento e piastre metalliche che raccolgono il calore rilasciato dalla GPU e dagli altri componenti (ad esempio VRM o voltage regulator module e memoria grafica).
Esistono anche modelli di schede grafiche in cui i vari elementi sono mantenuti al chiuso e il calore portato all’esterno mediante l’uso di un’apposita turbina. Le temperature di lavoro raggiunte dalle schede grafiche che utilizzano questo secondo sistema di dissipazione del calore sono generalmente più elevate ma si tratta di prodotti che meglio si adattano all’installazione in spazi ridotti.
La corretta collocazione di una scheda grafica con ventole standard è quindi fondamentale: installarla in uno spazio molto limitato, dove non si genera quasi nessun flusso d’aria, può impedire il raffreddamento necessario al suo corretto funzionamento causando nel lungo periodo malfunzionamenti e danni irreparabili ma già in una finestra temporale più ridotta provocare fenomeni di thermal throttling. In quest’ultimo caso, le prestazioni vengono automaticamente ridotte (la velocità di clock significativamente abbassata) ogniqualvolta la temperatura superasse i limiti massimi previsti dal produttore.
Nel caso in cui lo spazio all’interno del PC fosse limitato, per evitare potenziali problemi si dovrà necessariamente ricorrere a schede grafiche a basso consumo che non raggiungono temperature elevate e che vengono mantenute a livelli ottimali anche con sistemi di raffreddamento passivo oppure optare per modelli con ventole a turbina che normalmente sono più efficaci in spazi ridotti.
Rimuovere il calore prodotto da una scheda grafica impone comunque il problema di rimuovere correttamente l’aria calda dal case. Senza creare un adeguato flusso d’aria, nessuna soluzione montata sulle schede video farà miracoli.
Massima attenzione dovrà essere riposta sulla manutenzione periodica delle ventole, della pasta termica e degli altri elementi che si deteriorano con il passare del tempo. Le parti della scheda grafica, come degli altri componenti hardware, accumulano polvere e sporcizia: il consiglio è quello di procedere con una pulizia a fondo usando una spazzola pulita a setole morbide.
Ripetendo l’operazione un paio di volte l’anno si eviteranno che polvere e sporco si accumulino e influenzino negativamente le prestazioni della scheda grafica.
La sostituzione della pasta termica è qualcosa che può essere rinviato dopo anni di utilizzo ed è comunque sconsigliabile prima di 3-4 anni di utilizzo.
Trascurare la manutenzione di una scheda grafica non avrà conseguenze nel breve o nel medio periodo ma alla fine comincerà a non passare più inosservato: attività di overclocking combinate con una scheda che non viene pulita con regolarità porteranno al raggiungimento di temperature di lavoro sempre più elevate.
3) Non aggiornare i driver grafici per paura di perdere prestazioni
Non sono pochi gli utenti che si astengono dall’installare gli aggiornamenti dei driver grafici di NVidia e AMD per il timore di perdere in termini di prestazioni.
No, né NVidia né AMD applicano tecniche di obsolescenza programmata per ridurre le prestazioni o addirittura la vita delle loro schede grafiche nell’intento di spronare i clienti a sostituirle.
L’installazione dei nuovi driver, invece, può al contrario introdurre miglioramenti prestazionali e soprattutto aiuta a risolvere eventuali falle di sicurezza via a via scoperte a livello software.
Quando NVidia e AMD presentano una nuova architettura grafica, alcune caratteristiche della nuova configurazione vengono mantenute a partire dalla precedente generazione. Ad esempio, quando AMD presentò Radeon Navi (RDNA) decise di mantenere alcuni “fondamentali” dell’architettura GCN. L’obiettivo è quello di evitare l’introduzione di incompatibilità e “spremere” successivamente al massimo il nuovo hardware con i successivi aggiornamenti dei driver.
Appare interessante evidenziare che con Windows 10 i driver grafici più vecchi possono finire per causare problemi con le build più recenti del sistema operativo Microsoft.
4) Overclocking: evitare gli eccessi
Quando si acquista una nuova scheda grafica gli utenti generalmente non pensano alla pratica dell’overclocking. Con il trascorrere del tempo e i requisiti hardware che aumentano vertiginosamente, può succedere che alcuni comincino a pensare all’overclocking per velocizzare la scheda video.
L’overclocking può essere un buon modo per accelerare le prestazioni di una scheda video “non di primo pelo” e “guadagnare fps” ma si dovrebbe sempre cercare un livello davvero ottimale evitando gli eccessi. Un determinato overclock potrebbe infatti funzionare stabilmente e senza problemi di temperatura per alcuni minuti ma raggiungere un livello insostenibile solamente dopo alcuni minuti di carico più pesante.
Quando le frequenze di lavoro aumentano, inoltre, cresce anche il consumo della scheda grafica e il calore generato. Lo stesso alimentatore che prima era perfettamente adeguato, con l’overclocking potrebbe non risultare più sufficiente causando problemi di stabilità a breve o medio termine.
Ovviamente non vale la pena rischiare l’integrità di uno o più componenti hardware per ottenere un minimo di prestazioni in più. Prima dell’overclocking si valutino quindi tutti i componenti, il corretto flusso d’aria e la stabilità del sistema per diversi minuti al 100% del carico.