Uno smartphone è un oggetto utilissimo anche sul lavoro perché consente di leggere e rispondere alle e-mail mentre si è fuori dall’ufficio od interagire con colleghi e collaboratori mentre si è in mobilità. Per collegarsi alla Rete mentre si è in viaggio, ovviamente, è necessario attivare la connessione dati offerta dall’operatore telefonico di riferimento.
Tipicamente, a meno di offerte speciali, è necessario attivare un’opzione che permette di connettersi in mobilità versando un importo forfettario, un canone di abbonamento settimanale o mensile.
I piani tariffari proposti dai vari operatori mobili sono oggi basati sul traffico dati in entrata ed uscita. Di solito non si tratta di quantitativi illimitati in termini di mega o gigabytes: è quindi bene fare attenzione alle modalità con cui si scambiano i dati con il proprio smartphone Android.
È pur vero che alcuni operatori telefonici, nel caso in cui si dovesse consumare tutto il traffico dati compreso nell’offerta, non applicano ulteriori costi ma la velocità di trasferimento dati viene spesso abbassato ad un valore inadeguato (ad esempio, 32 kbps).
È quindi bene ridurre il consumo dati e gestire al meglio l’offerta tariffaria che si è attivata in modo da evitare lo scambio di informazioni superflue e pesanti (quelle attività che potrebbero essere ad esempio espletate usando la connessione Wi-Fi dell’ufficio o di casa).
Una delle operazioni che si effettuano più spesso quando si utilizza lo smartphone in mobilità, oltre alla consultazione della posta, è la navigazione online con il browser web.
Ogni browser, tipicamente, dopo aver elaborato la richiesta dell’utente si connettono al server web di destinazione e restano in attesa di ricevere tutti gli elementi che compongono ciascuna pagina.
Opera Mini, disponibile anche nella versione per Android, sfrutta un approccio differente.
Le pagine web richieste dall’utente di Opera Mini vengono infatti prima elaborate dai server di Opera e compresse al massimo in modo da ridurre nettamente il quantitativo di dati scaricati attraverso la connessione “mobile”.
L’applicazione di Opera è stata la prima in assoluto a proporre questa filosofia: la richiesta dell’utente non viene quindi diretta subito al server web che ospita il sito d’interesse ma transita sempre attraverso le macchine del produttore norvegese che provvedono a comprimere il più possibile tutti i dati.
L’unico svantaggio di Opera Mini è che in talune circostanze, il rendering delle pagine web richieste non viene effettuato in maniera ineccepibile (lo si vede anche visitando IlSoftware.it).
Molto più efficace nel riprodurre correttamente le pagine web sul dispositivo mobile è Google Chrome per Android che da poco tempo integra quella stessa funzionalità che ha decretato il successo di Opera Mini.
Dopo aver installato il browser sul dispositivo Android (vedere questa pagina), si potrà accedere alle sue impostazioni quindi selezionare Gestione larghezza di banda.
Toccando “Riduci l’utilizzo dei dati” quindi selezionando Attiva, Chrome comprimerà automaticamente i dati contenuti nelle pagine web indipendentemente dalla connessione che si sta utilizzando.
La funzionalità per la compressione automatica dei dati potrà essere disabilitata in qualsiasi momento accedendo nuovamente alla sezione Gestione larghezza di banda delle impostazioni di Chrome.
Ovviamente, le richieste di connessione dirette verso pagine che utilizzano il protocollo HTTPS verranno sempre e comunque effettuate in modo diretto, senza passare per i server proxy di Google.
Inoltre, se si sceglierà di navigare “in incognito” (Chrome non memorizza sul dispositivo mobile alcun dato relativamente al sito web oggetto di visita) non si potrà fruire della compressione dei dati.
Disattivare gli aggiornamenti automatici da Google Play in mobilità
Uno dei consigli migliori per scongiurare un pesante utilizzo del traffico dati messo a disposizione dall’operatore telefonico consiste nel disattivare gli aggiornamenti da Google Play in mobilità.
Per procedere è necessario accedere alle impostazioni di Google Play ed assicurarsi di aver impostato Aggiornamento automatico app sulla voce Aggiornamento automatico app solo tramite Wi-Fi.
Disattivare la sincronizzazione automatica
Quando si è fuori ufficio o fuori casa e non si sta utilizzando una connessione Wi-Fi, la disattivazione delle funzionalità di sincronizzazione automatica delle app Android consente di ridurre notevolmente il consumo di dati. Ovviamente si perderanno le notifiche automatiche ma si eviteranno i trasferimenti di dati più pesanti.
Per procedere, basta “spegnere” l’icona Sincroniz. presente nella barra che compare facendo slide verso il basso dall’area di notifica di Android.
In alternativa, è sufficiente accedere alle impostazioni di Android, selezionare Utilizzo dei dati, richiamare le impostazioni e togliere il segno di spunta dalla voce Sincronizzazione automatica.
Facendo leva sullo stesso menù, è possibile, eventualmente, limitare i dati scambiati “in background” dalle varie app.
In questo caso, però, va detto che potrebbero verificarsi temporanei malfunzionamenti proprio sulla base delle limitazioni forzosamente applicate da Android.
Nella medesima schermata sono indicate le applicazioni con le quali si è scambiato il maggior quantitativo di dati in Rete.
Da evitare comunque, l’utilizzo di tutte quelle applicazioni che richiedono il download di grandi quantitativi di dati (i.e. app per lo streaming di contenuti audio e video).
A tal proposito, è bene tenere presente che applicazioni come YouTube e Spotify consentono di effettuare il cosiddetto “preloading” dei dati. In altre parole, viene permesso di scaricare temporaneamente i contenuti attraverso una connessione Wi-Fi per poi visualizzarli in un secondo momento.
YouTube, ad esempio, propone la voce Precarica video da guardare dopo fra le sue impostazioni (sezione Precaricamento).