Negli ultimi 14 anni USB è diventata l’interfaccia standard per la connessione di periferiche esterne ad un computer. Supporti di memorizzazione, videocamere, stampanti, scanner, mouse, tastiere utilizzano vengono di solito connessi alle porte USB.
Tutti i computer più recenti integrano oggi delle porte USB 3.0. Ma quali sono le differenze tra USB 2.0 e USB 3.0?
In attesa dell’arrivo di USB 3.1, che permetterà di utilizzare, a differenza di quanto accade con USB 2.0 e USB 3.0, cavi e connettori reversibili (Cavi USB: connettori reversibili, trasferimenti veloci), la connessione di periferiche USB 3.0 è possibile anche su porte USB 2.0. Tali device funzioneranno regolarmente (le specifiche USB 3.0 garantiscono retrocompatibilità con USB 2.0) con l’unica differenza che il trasferimento dati avverrà ad una velocità inferiore.
Miglioramenti in termini di performance
Lo standard USB definisce le velocità con cui le informazioni vengono scambiate. La velocità teorica di trasferimento nel caso di USB 2.0 (presentato ufficialmente nel 2001) e 480 Mbit/s; USB 3.0 (introdotto nel 2010) invece la innalza a ben 5 Gbit/s: sulla carta USB 3.0 è dieci volte più veloce di USB 2.0.
In realtà, poi, all’atto pratico, i “colli di bottiglia” presenti nei vari dispositivi USB non consentono neppure di avvicinarsi a tali velocità teoriche. Nel caso delle unità di memorizzazione USB, ad esempio, le velocità di trasferimento dati sono ampiamente influenzate dalle prestazioni garantite dalla memoria flash.
USB 3.1, presentato a luglio 2013, eleva ulteriormente le velocità di trasferimento teoriche fino a 10 Gbit/s allineando le prestazioni dell’interfaccia USB alla prima versione di Thunderbolt.
Differenza tra USB 2.0 e USB 3.0: come riconoscere le porte
Quali porte sono USB 2.0 e quali USB 3.0? Quali sono le principali differenze?
Riconoscere le porte USB 2.0 e 3.0 è molto semplice: le prime sono solitamente di colore nero o grigio mentre le seconde sono di colore blu. Nell’immagine, la porta a sinistra è una USB 2.0 mentre quella a destra è una USB 3.0.
All’accensione, le periferiche USB 2.0 devono assorbire una corrente massima di 100 mA mentre 150 mA le USB 3.0.
Durante la cosiddetta enumerazione, operazione con cui l’host identifica che periferiche collegate, possono essere assorbiti valori di corrente maggiori: fino a 500 mA nel caso di USB 2.0 e 900 mA nel caso di USB 3.0. Con USB 3.0, quindi, si registra anche un incremento delle potenze in gioco (da 2,5 W a 4,5 W, a 5 V) pur con l’ottimizzazione dei consumi energetici.
Nel caso di USB 2.0 i cavi possono essere lunghi al massimo 5 metri. Le specifiche USB 3.0 non chiariscono questo dato anche se è universalmente accettato il valore massimo di 3 metri.
Prodotti che supportano USB 2.0 e USB 3.0 differiscono anche per il costo: i primi sono sicuramente più a buon mercato mentre i secondi costano qualcosa in più. Una chiavetta o un hard disk esterno USB 2.0 vanno sicuramente più che bene per copiare saltuariamente dei file ma si rivelano meno adatti rispetto ai prodotti USB 3.0 nel caso in cui di dovessero muovere frequentemente molti file, soprattutto se pesanti.